mercoledì 27 novembre 2013

E ora mi trovate in TACCHI E PEPE ROSA!

Cambiano i percorsi nella vita, gli umori, i contatti e le persone che ci circondano.
"Mutande sotto il letto" è arrivato come una compagnia, senza troppa convinzione, in un momento in cui evidentemente mi circondavo di compagnie, per così dire effimere, e forse avevo bisogno di riempire una solitudine...

Adesso arrivo davvero io: con i miei tacchi e tanto pepe rosa!
Non per riempire un vuoto, ma per condividere la pienezza del momento che sto vivendo, in cui le giornate iniziano tutte con il sorriso ed il futuro mi sembra possa essere nulla di meno che meraviglioso.
Sarà perchè sono innamorata, sarà che sento che non mi manca niente, sarà che concretamente sono in piedi dei progetti importantissimi, per me, la mia vita come Eleonora, la mia vita  dentro una coppia, la mia vita come risultati professionali e la mia vita come figlia.

Tacchi e Pepe Rosa sarà davvero una sorta di Diario Virtuale, che oltre ai miei soliti pensieri, vedrà realizzarsi tutte le altre mie passioni...senza troppa cura di farmi giudicare superficiale talvolta, perchè anche la superficialità merita di non confondersi con la banalità!

Bene.
"Mutande sotto il Letto" viene assorbito da "Tacchi e Pepe Rosa".
Chiude i battenti e saluta tutti!

Ora mi trovate qui:
http://tacchiepeperosa.blogspot.it/




venerdì 9 agosto 2013

Si fa presto a dire "cacca".

Premessa: questo non é un articolo elegante. Ma non è colpa mia. É proprio l'argomento.
Non so esattamente cosa mi attragga a leggere certe notizie e a non esserne mai appagata. Peró succede anche questo.
Che la cacca faccia parlare. La popò, proprio. La pupù. Ognuno la chiama come vuole. Anche al plurale: le cacche. Massima libertà.
Partiamo dal fatto che già Piero Manzoni ne fece un'opera d'arte,  sigillando il suo prodotto interno lordo in scatolette di latta, tipo quelle del tonno e del mais dolce,  intitolandole (senza neanche troppa fantasia) "Merda d'artista".
Adesso ce n'è stato un altro (ed è da questa interessante notizia che parte la mia ricerca sulla cacca e le sue avventure...). C'è un artista, tale Paul McCarthy che fa delle merde giganti. Metri e metri.
Cioè, non proprio sue, fatte e raccolte. Lui le fa gonfiabili. L'ultima era alta sedici metri. Una cacca di sedici metri definita opera d'arte. É davvero il caso di dire che ne siamo dentro fino al collo.
Poi é successo questo fatto spiacevole, a Hong kong dove era esposta, che un acquazzone l'ha fatta esplodere e la cacca gonfibile è finita a pezzi, sparsi per la città. Grande perdita per l'arte.
Ed ecco che io mi faccio la domanda "ma ci si puó davvero interessare alla cacca?". Insomma, inutile dire che devo smetterla di fare queste domande perchè la risposta è sì.
Tipo. Uno ha tentato di trasformare la propria cacca in oro. Solo che qualcosa nella procedura di trasformazione è andato evidentemente male e ha preso fuoco il condominio. Un altro ha fatto una rapina lanciando la propria popó. Economico, efficace. Lavoro sporco, ma indolore.
Comunque, manco a dirlo, sono i cinesi tra i più prolifici in cagate del genere. Mai termine fu più appropriato.  Specializzati nella cacca del panda.
Cinese è quello che sta lavorando da qualche anno alla produzione di thè alla cacca di panda. Sembra questa sia ricchissima di fibre e roba buona... e qui secondo me si spiega anche il perché del rischio estinzione. Pandy, mi rivolgo a te: devi cacare fuori le robette che non servono al pancino. Sennó oltre a lasciarci il pelo tu, non fai neanche in tempo a sganciare il polpettone che già questi te lo fregano da sotto il culo per farci il thè. Con la tua popò hanno fatto anche dei gadget per le olimpiadi di Pechino del 2008: cornici, statuette, vasetti,... sterilizzati, per carità, ma sempre dal tuo retto è uscito il materiale.  E ci vogliono fare pure la carta, sempre per il discorso delle fibre, prendendo esempio dai thailandesi che la fanno già con quella degli elefanti.  Però i panda c'hanno più fibre e vincono a tavolino.
Ora, dico, ci sarà un sindacato della protezione del culo (e del suo contenuto) del panda? Fate una petizione, in fin dei conti è roba vostra. Cioè,io non ne son particolarmente gelosa del mio modesto prodotto interno lordo, però mi girerebbero parecchio se me lo fregassero con prepotenza. La cacca è mia e me la gestisco io.
Ma credete forse che i giapponesi siano da meno? Non mi soffermo sullo scienziato che ha creato la carne (non me lo sto inventando purtroppo) fatta con escrementi umani, perchè dovrei anche soffermarmi sul fatto che c'é uno che di professione fa lo scienziato per far studi e poi scoperte di merda (oh, mi dispiace,oggi va così!). Pensa la madre, il padre. Lo fai studiare tanti anni. Speri scopra il sistema per trasformare gli imbecilli in distributori di preservativi, per esempio. Giusto per scongiurare il rischio di un proseguio della specie. Invece ti mette sottovuoto bistecche di merda. Lo preferivano in galera probabilmente, o a spacciare crack.
Sempre in Giappone, hanno presentato la moto che va ad escrementi. Tu siedi sullo speciale sedile fatto a water, ti liberi, e la moto va. Allora.  Da che mondo è mondo, uno a fare il bisogno grosso, soprattutto se nel proprio bagno, ci va di un volentieri, di un relax, di una soddisfazione che al premere lo sciacquone vorrebbero suonassero le campane in piazza. Chi parte col giornale, chi col ricettario, chi guarda le foto degli amici su facebook (per gli stimoli visivi), chi legge le proprietà del detergente intimo, chi si fissa nello specchio per vedere quale sia esattamente il color "paonazzo", chi (un pó più stitico)  si aggancia alle caviglie per una spinta dolorosa ma efficace. In ogni caso è il momento più intimo di ognuno.
Ora non mi immagino di prender su la mia moto merdosa e andarmi a bere uno spritz. E se mi si ferma la moto? Se non mi scappa più? Cosa faccio? Invece di partire con la tanica per andare dal benzinaio, parto con le vaschette tupperware e gli chiedo se può farmi uno stronzetto? Cinque euro di diarrea? E magari se ha una purga per il viaggio di ritorno?  No no.
Già non avrei pensato di dedicare (fino a qui) 4585 caratteri e 785 parole a questo tema. Figuriamoci se avrei pensato anche di concluderlo con un senso di disapprovazione e di dubbio verso me stessa. Sì perchè il Paul McCarthy di cui è l'opera che mi ha fatto scrivere tutta sta roba, quando gli hanno chiesto perchè abbia scelto proprio la cacca come tema per le sue opere ha risposto che la gente tende a nascondere le cose sconvenienti, mentre lui ne fa arte.
Che è la stessa spiegazione che si trova nel primo post di questo mio blog quando spiego il perchè delle mutande. Mutande sotto il letto.
Ps: inutile dire che è stata una pessima esperienza anche andare su Google Immagini per cercare una foto da caricare su quest post...

martedì 16 luglio 2013

Notti da cui ricominciare

Ci sono certe notti, certi sabato, certi venerdì che non li puoi raccontare.
non li puoi spiegare.
C'è questa cosa, chiamalo divertimento, chiamalo notte, chiamalo sentirsi vivi a cui non so, non sappiamo rinunciare.
Ci sono notti in cui il vento e la musica ti arrivano sulla faccia alla stessa velocità.
E quello che riesci a fare è solo chiudere gli occhi e lasciare il corpo.
Lasciare che il vento e la musica lo spingano.
Ci sono notti in cui guardi i tuoi amici in faccia, e scoppi a ridere. In cui farti aprire la birra con l'accendino diventa la complicità di essere una squadra. In cui merito o colpa di un bicchiere di troppo ti racconti, lasci andare le parole, piangi e poi ti abbracci. E ti rialzi e ridi e balli.
ci sono notti che chiudono le porte a tutto quello che sta fuori.
Notti fatte apposta per dimenticare tutto quello che sta fuori.
Ci sono notti in cui tutto finisce e notti in cui tutto inizia.
ci sono notti in cui scoppiano baci inutili e scappano ti amo, a cui in altre notti si aggiungeranno dei per sempre .
Notti di storie sbagliate o di amori perfetti.
Notti di piccole trasgressioni o di grandi errori.
Ci sono notti in cui devi fermare l'auto lungo una strada per ballare, perchè ciò che dovresti forse contenere non lo vuoi contenere, e ballare  scalzi in un parcheggio rimette in asse il mondo, il cuore, le ore.
Ci sono notti che ti regalano ricordi su cui sorridere per giorni.
E ci sono le mie notti, quelle in cui scrivo. Notti d'estate  in cui sul pavimento ancora caldo di sole, sotto il cielo fresco di stelle, mi siedo a fumare e le idee arrivano una sopra l'altra, a cavallo di ricordi.
E magari non scriverò, rimarrò solo lì a sentire il cuore che mi batte in petto ed un profumo non mio ancora sulla pelle.
Ed ogni volta, in ognuna di queste notti,di tutte queste notti, senti che il domani è ancora tanto, troppo, lontano per chiedersi che alba sarà.
Ogni volta, ognuna di queste notti, in ogni giorno in cui torna a farsi luce, senti che la vita ti ha regalato uno spazio da cui ricominciare.
Uno spazio grande una notte.

martedì 9 luglio 2013

Fa più schifo la fiaba che le streghe.

Chi lo sa se e quanto c'entrano questi miei pensieri. Chi lo sa se, tra i tavolini dei bar, potrò dare uno spunto per dei discorsi che non siano solo pettegolezzo e denigrare il prossimo, ma finalmente ci si chieda quanto ciechi, sordi ed egoisti siamo. Sto parlando di Barbarano. Sto parlando delle disumane "insegnanti" che maltrattavano un ragazzino affetto da una grave forma di autismo. Mi ripeto: siamo fuori il mio Comune. Forse a qualcuno non interessa quello che ho da dire. Ma a me interessa dirlo. Si volti pagina, si chiudano gli occhi. Si faccia quello che si vuole: io ho delle cose da dire. Perchè una di quelle due arpie è stata anche la mia insegnante in terza media. Proprio ad Orgiano. E se l'orrore ti è stato ad un palmo dal naso e fatalità la tua sensibilità di ragazzina te la fa mettere tra i ricordi peggiori della scuola, io ce le ho delle cose da dire. Io ce li ho dei pensieri da condividere. Pensieri che fanno male, che daranno un gran fastidio, che urteranno la coscienza di noi che ci definiamo civili. Voglio provare a mettermi dentro al cuore delle vittime di questa faccenda, perchè da fuori magari è sopportabile, ma non ne abbiamo il diritto di sopportarlo: dobbiamo provare a capire che cosa è stato causato in quella scuola. Mi piace pensare, prego Dio sia cosi, che Lui non abbia davvero sentito tutto. Che non lo abbia provato. Che il suo misterioso mondo dopo averlo esposto all'umiliazione, lo abbia protetto dal riconoscerla. Ma vorrei anche dirgli che se mi sbagliassi, io, che il dono della parola ce l'ho, in realtà non ce le ho delle parole per chiedergli scusa. Per cancellare quello che ha vissuto, per rimuovere i lividi nell'anima. Io non credo esista un modo per chiederTi perdono. Penso a quel Papà. Alle volte in cui si è rivolto alla scuola e si è sentito rispondere che quegli ematomi se li era procurato da solo. Penso a quello che deve aver avuto nello stomaco quando si è rivolto alle forze dell'ordine. Il sospetto, la sensazione, che non mente, terrificante che sia tutto reale, che verrà solo accertato. E poi proprio la certezza: la pancia che ti si svuota e si riempie di catrame. Una rabbia sorda. L'impotenza più lacerante. Il senso di colpa per non esserti accorto prima. Le domande. Non riuscire a darti nessuna risposta. E poi c'è Lei. La mamma. Me la immagino guardare la pelle del figlio, ora, e vederci segni ovunque. La immagino aver sentito il cuore fermarsi, al momento della verità. Farsi di cemento. Essere stata la donna più compassionevole del mondo forse, come il marito, ma entrambi in quel momento aver pensato che neanche la morte di quelle due (...o quelle tre) li avrebbe appagati. Sentire che neanche il Cielo è abbastanza grande per essere preso a pugni. Lei, che per prima lo ha preso tra le braccia, Lei che per prima si è accorta che qualcosa non andava, Lei che si è sentita sempre dire che il suo è un ragazzo speciale, ed è così, lo sarebbe in ogni caso. Lei che, tra i gesti inconsueti del suo bambino, sa riconoscere tutti i suoi bisogni, desideri, gioie e paure. Lei, che lo sa quanto sia difficile, e frustrante, e stancante, è vero, crescere e prendersi cura di un ragazzo come il suo. E probabilmente le è costato tanto lasciarlo in mani estranee: nella diffidenza di lui ha imparato a riflettersi anche Lei, un pò per comprenderla, un pò perchè se non lo è la Mamma sua complice, sua compagna di squadra, chi potrebbe esserlo. Ma ce l'ha messa tutta. Lo sa che per il suo bene, anche se vorrebbe tenerlo sempre protetto nel nido di casa sua, tra le persone e gli oggetti che ama e conosce, deve lasciarlo andare. Deve andare a scuola. Deve imparare a "colorare dentro i bordi". Come si sentiva dire da una di quelle streghe nei video. E Lei ha avuto fiducia. Voleva che anche lui colorasse, dentro i bordi, come tutti, e avesse qualcuno che glielo insegnasse. Lei che, in quei video, sente dire che "lo parcheggiava" a scuola: suo figlio non era parcheggiato. Suo figlio andava a scuola, come vanno gli altri, come siamo andati tutti. Aveva due insegnanti, si presumeva, preparate a seguirlo. Pagate per farlo. E c'era della gente, dell'altra gente, attorno a quell'aula che avrebbe dovuto intervenire. Lui non era parcheggiato. Lui era un figlio che andava a scuola ed ha il diritto di continuare ad andare. In quella gente, quella che si vede passare attraverso la porta aperta, faccio ancora più fatica a immedesimarmi, perchè non riesco a credere che io, mia madre, uno a caso tra i miei amici, sentendo quelle grida, quelle parole non avremmo anche solo detto "che succede qui?". Non lo riesco a capire, non lo riesco a giustificare, non lo riesco a credere. Non siamo umani, non definiamoci civili. E se offende questa mia conclusione allora non permettiamoci di prendere le distanze: va condannata con il disprezzo più totale questa faccenda e simili. Vanno disprezzate queste persone che si vedono nei video. Vanno disprezzate quelle che hanno fatto finta di non vedere. Vanno disprezzate quelle che hanno lasciato correre. Vanno disprezzate quelle che ora non condannano. Vanno disprezzate quelle che dicono semplicemente "c'è una magistratura". Vanno disprezzati quelli che dicono che "la scuola funzionava benissimo". Perchè in ogni caso simile a questo sono state dette sempre le stesse cose. E se vogliamo che non accadano più dobbiamo iniziare a disprezzarle. Non funziona neanche più la scusa dell'egoismo: ancora più per questa ragione, cari egoisti, per crearci la nostra "nicchia perfetta e sicura" dovremmo essere tesi a distruggere qualsiasi azione che la possa minacciare. Queste azioni, gente civile o incivile, nobili d'animo od infamii, queste azioni minacciano le nicchie perfette di tutti. Anche se a me, la mia personale nicchia, non basta: io voglio ci siano nicchie perfette soprattutto per quelli come Lui. Per i Papà come il Suo. Per le Mamme come la Sua. E voglio nicchie buie, senza uscita, per tutte le streghe e gli orchi.

mercoledì 26 giugno 2013

Vigliacche noi. Per assomigliare a voi.

(L'ho scritto qualche tempo fa. In occasione della giornata contro la violenza sulle donne... ma ci tenevo fosse anche qui, sul mio blog...)

Ci vorrebbero perfetti.
ci vorrebbero assenti, ci vorrebbero macchine, ci vorrebbero indistruttibili.
mi vorrebbero contenuta. mi vorrebbero capace di reggere tutto.
e invece sono esattamente queste cose che mi vengono rimproverate.
incontenibile. fragile.
ed oggi che dopo tanti mesi che non succedeva piove davvero, io la pioggia l'ho voluta toccare con le mani.
e mi sono detta che stare bene costa meno fatica che stare male.
che essere sereni costa meno paure che avere paura. che avere terrore.
che i sogni della notte sono preziosi come quelli del giorno e che nel chiudere gli occhi per dormire il massimo che ci si deve aspettare è un braccio che ti avvolge per proteggerti.

ci vorrebbero silenziosi. silenziose.
perchè siamo donne.
perchè un peccato degli altri che tu hai subito sulla pelle diventa tutto tuo. tuo intero.
pesante come il piombo.
pesante da chiuderti il cielo e spegnerti il sole.
pesante da strappare le stelle e buttarle tra i rovi.
ogni giorno ti accorgerai di dove sono le stelle e perderai la pelle per tirarle fuori dalle spine.
sanguineranno anche le stelle.
ed è colpa tua.
se soffri.
se hai paura.
è colpa tua se guidi con gli occhi pieni di lacrime.
perchè sei donna. e se chiederai aiuto la gente dirà che di aiuto non hai bisogno.
il decoro è tacere.
perchè in fondo l'hai voluto tu.
allora metterai a tacere in una valigia strabordante di dolore le tue parole.
ti ci siederai sopra nel vano tentativo di tenerla chiusa e guarderai lo scorrere dei giorni da lì.

guardami. vedi quello che vedi.
e non vedi oltre.
tu che parli, tu che ascolti, tu che passi oltre.
tu che pensi guardandomi.
tu che non sai.
tu che credi che io sia quello che vedi.
una faccia piena di risate e braccia troppo piccole per abbracciare tutta la fiducia negli altri.
ma anche io sono stata così crudele con me stessa da spegnere il sole.
anche io ho creduto di dare a chi mi avrebbe protetto.
anche io ho guidato con gli occhi pieni di lacrime.
anche sul mio corpo ci sono stati disegni blu di paura.
quando mi vedi ridere pensa che rido perchè so la differenza tra ridere e piangere.
quando mi vedi abbracciare pensa che abbraccio perchè devo ricordarmi che le mani non fanno solo disegni blu.

e quando ci chiedono perchè non ci ribelliamo, perchè non parliamo, la risposta è solo una.
perchè ci avete rese la peggior cosa che potevamo diventare, la cosa che più ci poteva rendere simili a voi. vigliacche.
e non vigliacche verso voi che il male ce lo fate o verso voi che misurate i centimetri della gonna e la quantità di sorrisi. ci avete reso vigliacche verso noi stesse.
verso la nostra pelle. verso il nostro cuore. verso le mani tese. verso la vita.

forse non saremo mai quello avremmo voluto essere. nè per voi. nè per noi.
ma tra noi e voi quelle che si devono vergognare non siamo noi.
tra me e voi quella che non si deve vergognare sono io.


mercoledì 5 giugno 2013

Mi hai tradito con lui? Gli infilo lampada e genio nell'ano.

Lo so. Il sesso fa sempre notizia.
Mi ribadisco: nel caso queste mio memorie e dolori da giovane Werter finissero tra le mani del mio papy... io non so neanche cosa sia il sesso. Sia chiaro.
E anche la mamy, spero non legga, perchè sopporta poco anche quando dico le parolacce figuriamoci le cose di cui andrò narrando...
Bon. Fatte le dovute premesse.
Gli ebook sono stati per me la rovina. Lo spappolamento progressivo della capacità di produrre pensieri seri.
Non solo perchè alla mia enorme libreria fisica si è bloccata la crescita, ma perchè essendo i libri stessi ben esposti dovevo limitare la scelta dei titoli ad argomenti che non spingessero i vicini di casa a piantare crocette per le rogazioni mattina e sera, lanciare dalla finestra colombe col rametto d'ulivo e fare l'areosol con turibolo fumigante (altrimenti detto incenso).
Ma adesso, nel segreto del mio tablet o telefono, si scarica di tutto. Olè. E si legge di tutto. Olè Olè.
oggi nella pausa caffè ho scoperto delle cose molto utili.
Tipo alcune pene riservate agli adulteri.
Però lo devo ammettere: siccome il mio cervello ha dei limiti di cui non faccio segreto, mi rimangono delle perplessità.
Intanto vorrei rivolgermi a voi, trobeau de femme, petrolieri dalla trivella facile, che si vantano di tradire la loro partner: vi si spacca la trivella prima o dopo.
Non è un augurio mio personale (...non solo almeno...), ma uno studio con tanto di statistiche,  prove, e radiografie di pomi d'ottone e manici di scopa a pezzi: l'uomo che tradisce ha più probabilità di fratturarsi il pene.
Ora, credo si tratti per forza di una legge superiore, di un contrappasso per rendere un pò di giustizia alle tradite, perchè non riesco a immaginarmi che differenza ci sia, come ricerca del petrolio, per capirci,  tra un trivellamento di falde  diverse e un trivellamento frequente della stessa falda. In questo ultimo caso, tutte insieme al mio 3...: "AD AVERCENE!!". Altro che principe azzuro. Sognamo un petroliere costante e fedele. Suona maledettamente bene.
Detto questo a cui, appunto, sembra aver pensato Madre Natura vorrei dirvi che a Hong Kong alle donne è consentito per legge uccidere il marito adultero. E pure l'amante.
Solo che il primo lo può uccidere solo a mani nude. Cosa che starà facendo sorridere i più, perchè, ad esempio nel mio caso, si penserà, con 'sti braccetti fini fini che vorrai mai fare. Posso dirvi, cari BigBamboo, che come strappano i bargigli i braccetti lo fa solo una vendemmiatrice meccanica.
Per lei invece ci si può sbizzarrire: è consentito tutto. Tiro con l'arco, ribaltarcisi sopra con una ruspa, banjee jumping in filo di scozia, ... basta usare la fantasia.
In Grecia, nell'antichità, il marito tradito era titolare del sacrosanto diritto (non riesco neanche a scrivere per quanto sto ridendo) di infilare degli oggetti nell'ano dell'amante della moglie.
Così. "Degli oggetti". Un tot non meglio definito di oggetti non meglio definiti. Quello che hai a portata di mano. Finchè ci sta ci sta. E' come con le buste della spesa: se hai metodo metti un sacco di roba.
Vorrei però delle delucidazioni, mi restano molteplici punti di domanda: in seguito la mercanzia doveva stare lì o  si toglieva? Cioè, bocca mia taci,... il culo di questi amanti fu il primo prototipo della borsa di Mary Poppins?! E poila roba era di proprietà del riponente, del detentore o di un eventuale terzo che col piglio del buon esploratore, ci poteva trovare lampade ad olio, stoviglie, cappelliere, canottiere di flanella? e ancora, rovesciadolo e scuotendolo, qualche moneta, il portachiavi di coccolino,?...
I Romani, secondo me sono stati molto più attenti alle varie sfaccettature del sentimento della gelosia. Altrimenti non si spiega l'optional in più rispetto ai greci.
Oltre ad infilare il tot indefinito di oggetti, infatti,  potevano violentare l'amante. Eh si. Magari il marito è geloso dell'amante, mica della moglie. E allora vai di rodeo.
I romani avevano un'altra pena ancora: all'adultero veniva amputata la narice. Ora spiegatemi cosa significa amputare una narice. Sfilettarla in senso verticale come il kebab? E poi? La metti a marinare tra gli agrumi? La getti al gatto?
Io non la trovo na roba comoda. E poi metti che mi passi l'incazzatura e non me ne freghi più niente di lui, lo faccio andare via senza naso come Voldemort? Perchè io il kebab non l'ho mai tagliato e non riuscirei a prenderne solo una di narice, ne sono sicura. So aprire i petti di pollo, ma il naso no.
Vuoi mettere reinterpretare la pena greca, quella dell'uomo-borsadiMaryPoppins? Sembrerebbe risultare anche utile: potresti infilarci la roba che non usi, con un buon aspirapolvere togliere l'aria in eccesso e renderlo un pratico sacco salvaspazio per i cambi di stagione.

giovedì 30 maggio 2013

Oggi son piena di voglie.
Voglia di ballare. Voglia, non so se più di, leggere o scrivere. Voglia di foto. Voglia di tatuaggio. Voglia di cancellare le cose brutte. Voglia di saint honorè e di cioccolatini rossi Lindt. Voglia di caffè americano . Di smalto colorato e una cavigliera coi campanellini. Voglia di correre incontro a qualcuno e buttargli le braccia al collo. Di guardarmi tutta una serie televisiva di filato. Voglia di stringere uno per uno i rotolini di Isotta. Voglia di mangiare qualcosa che non ho mai mangiato. Voglia di mandare a fare in culo quelli a cui non vado bene. Di partire su una moto e tornare su una barca. Voglia di ridere fino ai crampi e di tuffarmi di notte.
Se arrivasse la fine del mondo, oggi, non sarebbe la mia.

mercoledì 29 maggio 2013

Quelle come me....

(In un'altra vita)
Quelle come me non  hanno paura.
Quelle come me quando arrivano a dire "ti amo" è perchè, ti mettono in mano loro stesse: non azzardarti a lasciarle cadere.
Non ti permettere mai di metterlo in dubbio e non sminuire il fatto che te lo dicano, non farlo mai.
Quelle come me non hanno paura di gridare al mondo quello che provano, perchè domani non sarà diverso e se le sentirai smettere di dire "ti amo" non è perchè è ovvio ma perchè non lo provano più.
Quelle come me non hanno paura del dolore, non ti diranno "rimani" se non vuoi rimanere: ti abbracceranno per farti sentire a casa , solo se tu la sentirai a casa.
Quelle come me sono quelle che quando fanno l'amore ti bruciano il cuore. Quando ti baciano ti toccano l'anima. E non si spaventano di quello che trovano, perchè anche fosse fuoco, se l'hanno toccato, lo sanno sopportare.
Quelle come me non parlano due volte se tu non le ascolti, perchè le loro parole non si confondono col silenzio, e se qualcuno lo fa merita nulla più che silenzio.
Quelle come me non si arrendono agli altri,  non si abbandonano,  non cedono, non chiudono gli occhi. Quelle come me se cadono, prima ancora di pensare a come rialzarsi, pensano ad alzare lo sguardo e a dire come stanno, perchè nessuno pensi mai di averglielo coperto o di averle zittite.
Quelle come me ridono a bocca aperta e piangono col singhiozzo, perchè la vita è un morso e nulla vale la pena di essere vissuto a metà.
Ci vogliono palle, palle grossissime per stare con una come me, ma se la perdi, una come me, te ne accorgi subito: perchè siamo perfettamente consapevoli di quello, come e quanto sappiamo dare.
Non ti azzardare ad aspettarti che ti implori una come me, anche se tutto ciò che vorrebbe è legarti a sè per non farti andare mai via: lascerà che il tuo cuore e due grandi palle decidano che è lei ciò che vuoi .
Quelle come me non accettano compromessi, non valgono meno di altre ma non hanno la pretesa di convincerti di essere qualcosa di più: si prendono quello che dai loro se è esattamente quello che vogliono. Nulla di meno.
Quelle come me rispondono colpo su colpo. Sanno vivere di amore e di dolore, di rabbia e di perdono, di lacrime e risate,  di critiche e di elogi, di giorni e di notti, di schiaffi e strette di mano.
Non pensare di cambiarci.
E voi, donne mediocri : siamo il vostro miglior bersaglio per il semplice fatto che a differenza vostra noi non sculettiamo solo col culo, ma possiamo permetterci di sculettare con il cervello. E con il cuore. A noi non interessa nulla di quello che gli altri vogliono o si aspettano da noi: siamo quelle che siamo. Perfettamente imperfette.
Un uomo che la pensi come voi, lo lasciamo proprio a voi. A farvi la carezza sulla testa per tenervi a cuccia.
Noi ci prendiamo quelli che ci stringono i fianchi, mordono le labbra e non riescono a immaginarci diverse da come siamo.

lunedì 13 maggio 2013

JUDE LAW E LA BRISA MORA

Credevo di averla superata. Che fosse una tragedia di qualche stagione fa. E invece torna a far capolino su qualche sito. Allora. Sia ben chiaro. Si diffonda la notizia. Non funziona per niente cosi. Parlo di quella pubblicità del profumo. Dove Jude Law dà un appuntamento al buio. Mi vien da spaccare il mouse. Già a questa idea. Trama: si parlano al telefono, si accordano sul dove e come, e quando lei gli chiede come lo riconoscerà, lui risponde con qualche monosillabo che, noi veneti, tradurremmo sinteticamente "tranquila vecia!". Non so se sia più ammirevole o più preoccupante che lei non si ponga domande sulla fondatezza di un appuntamento sotto la Tour Eiffel. Come tutte noi comuni mortali, infatti, il suo unico problema è il cosa indossare, ed evidentemente presa dal panico opta per la prima cosa che chi di noi non ha sottomano?...: un intramontabile cappello alla Don Camillo. Dunque. Se all'uopo è stato svuotato Champ de Mars, ciò che hai davanti agli occhi sono le ottomila tonnellate della Tour Eiffel , gli ottanta chili di Jude Lowe e la nebbiolina del suo profumo,... guarda, con un discreto margine di sicurezza, posso farmi portavoce di quello che stiamo pensando tutte noi, elegantemente: "che grandissimo, potentissimo, invincibilissimo culo!!!". Altro che la zinna di Giulietta a Verona ( che poi: vista come è finita... "fortuna" è tutto un dire...) o la chiappa di Bonilis! Facci un calco di gesso! Un monile da portare al collo a mò di salvavita Beghelli! Fanne un trono da rendere meta di pellegrinaggi per appoggiarci pure il nostro, al grido "più Jude Law per tutte!!!". Perchè credimi, donnissima camilla: non funziona cosi sempre, né tantomeno per tutte. Parti già dal fatto che anche noi mettiamo il tacco 12, ma la caviglia divide simmetricamente l'altezza del tacco e la lunghezza del polpaccio. E già questo dovrebbe bastare a convincerti di fare quel calco di cui sopra. Secondo poi, se noi ci mettiamo un cappello del genere e ci posizioniamo al centro di una piazza nella posizione del compasso , sfoggiando la nostra coscia di starna che esce dallo spacco, le telecamere di sorveglianza si collegano in edizione straordinaria a Studio Aperto. Andrea Piketts arriva da Mistero, ci fuma il suo toscano addosso e conviene che "niente paura, l'é solo na brisa mora piu granda del nurmal!". E parliamo del nostro uomo? Del nostro conquistador? Di Jude Law non è riuscito nemmeno a comprare il profumo che pubblicizza. La casistica estetica è vastissima, può variare dal Denny De Vito dopo i bagordi delle Feste al Piero Fassino sopravvissuto alla peste nera. Se può andar male, insomma, va tanto, tanto, peggio.L'appuntamento. Il grande classico nostrano : lo spritz, l'aperitivo. E qui, diamo voce a un appello: rivolgiamoci tutti ai gestori dei bar e locali vari. Per favore. Abbiate pietá. Portateci pure patatine rancide, crocchettine bisunte, rondelline sputafuoco,... ma una cosa risparmitecela. Le olive giganti. Già può succedere che ci troviamo di fronte un attilaflagellodiddio con la parlata di eta beta,proviamo solo a immaginarlo durante il processo di masticazione dell'oliva gigante. E se invece ci andasse bene, e lui fosse un discreto cervo a primavera, non rendete noi delle cricete. Perchè succede questo. Se non si ha un certo curriculum come fachire mangiatrici di spade, all'oliva non c'è verso di far fare manovra in bocca. Se si è tra amici o coppie che ormai il miele lo mettono solo nel latte, dimenticando ogni scuola di galateo, la manovra sono due dita tra le fauci. Ma al primo appuntamento, con la disumana oliva in bocca, diventerai un ruminante muto, che non potrà fare altro che annuire e controllare la respirazione. Al momento di rigirarla in bocca, tra le lacrime, la maledetta ti taglierà il palato come una sega chirugica. E se il più sembra fatto, no cara mia, ti sbagli: dimentichi il nocciolo. Di grazia: da quando non ci sono più i portacenere sui tavoli, dove dobbiamo occultarlo questo coso?! Siamo mute da un buon quarto d'ora ormai, il nostro cavallerizzo ci guarda ma se proviamo a parlare rischiamo di sparare un giavellotto al di lui setto nasale. Abbiamo gli occhi crepati di sangue mentre cerchiamo una soluzione e sudiamo freddo che neanche dal dentista. Alla fine la salvezza, sempre, è la salviettina portata alla bocca con naturalezza. Ed il nocciolo del reato avvolto come un boero lí sul tavolo, impietoso. Le più dinamiche se lo mettono in tasca e poi, dimenticandosene, ci si soffiano il naso. Ça va sans dire.
Ed è bastato poco a ridimensionare il problema appuntamento al buio col Jude Law dei noaltri: le olive, solo loro, sono la vera difficoltà di tutte noi brise more.

venerdì 10 maggio 2013

Spiderman, non avrai il mio uomo!

Partiamo dal presupposto che io di sesso non me ne intendo e che per il mio papà sono ancora troppo giovane anche per avere il fidanzato...vabbè...
Non sono incuriosita dal Bondage, nè tantomeno dal Sadomaso, anche perché se mi eccitasse il dolore passerei le giornate a sbattere il mignolo del piede addosso agli spigoli o a offrirmi come traguardo umano ad un Garrelli truccato... Tra orgasmi e Lasonil.
Però porto buone nuove!
Amanti delle sperimentazioni, direttamente da quei mattacchioni del sol levante, sempre pronti con le cartucce delle minchiate, adesso è il momento dello "Zentai"!
Zan-zan-zero-zan-zan!
Si tratta di una comodissima e molto  pratica tuta in lattice, second-skin, rappresentante molto spesso personaggi dei cartoon, che si indossa sul corpo ovviamente nudo.
La differenza con le precedenti tute in lattice finora viste su Youporn?! Eh, cari miei, questa copre completamente anche testa e faccio.  
Una figata unica.
Un eccitamento come mai prima.
Come no.
Io vorrei rivolgermi direttamente all'inventore  di questa splendida trovata.
Carissimo signor, la chiamerò,  Zentaus! Lei lo ha mai davvero conosciuto e visto un uomo?! Sa quelli che portano i pantaloni, fanno gare di rutti, vogliono il purè ad ogni raffreddore, odiano fare spese e non devono mai chiedere indicazioni quando guidano?! Quelli? Li ha davvero visti? No, perché tutti gli uomini che conosco io, non nascondono la sensazione da principio di strangolamento ogni volta che solo indossano la cravatta. Se potessero non metterebbero neanche le mutande per non imprigionare il prezioso clarinetto! 
E pure io coi collant ho spesso delle convulsioni, la bava alla bocca e un epilogo con l'antirabica...
Poi, signor Zentaus. Se anche sa chi sono gli uomini. Lei lo ha mai visto un uomo nudo?!  Dunque... se pure Roberto Bolle e Amilcar devono mettere il sospensorio (sa? il conchiglione? Il forziere per il tesoro...?)  lei se lo immagina uno qualsiasi dei nostri manzi ruspanti con quella tutina?! Se a noi muliere ci si presenta in camera avvolto nel lattice "stampa spiderman", il volto coperto e tutto l'approvvigionamento ben definito,... lei crede davvero di averci fatto un piacere? Quando ci verrà la rosacea per il forte stress subito, la sua assicurazione risponderà?
Che poi a me viene da pensare: ma voi, con gli occhi a mandorla per intenderci, non siete famosi per avere... anzi per non avere... cioè. .. diciamo che anziché un clarinetto. .. avete uno zufolo.. un chioccolo per allodole...un fischietto da arbitro... ecco... perché,  dico perché?! Perché la violenza di metterglielo ancora più in evidenza?!  Le sue tute nascono proprio col principio di mettere in evidenza tutto,  anche alle donne... si insinuano nei pertugi e si scapicollano sulle protuberanze. Robe da fantascienza eh!
E il piacere dovrebbe arrivare strusciandosi e accarezzandosi.
Guardi, complimentoni! Congratulazioni davvero, auguri a tutti voi, che sia un gran successo, ma ve ne prego: state lontani dall'Italia.
Lasciateci  a letto con i nostri bulldozer pelosi che a noi piacciono tanto. Lasciateci continuare  a togliergli il suo boxer con Paperino e vederlo lanciare sopra il comò. Lasciateci sorridere al vederlo arrivare in  camera orgoglioso della sua panza, dei suoi gingilli e della libertà  di asciugarseli "alla mezzaluna" , ...tirando l' asciugamano tra le gambe!
Lasciateci continuare a guardarli negli occhi:  lasciateci in pace, lei signor Zentaus, spiderman e catwoman, e personaggi tutti...altro che coprirgli la faccia: noi  ai nostri dolci trequarti non smetteremmo mai di baciarli!!


giovedì 9 maggio 2013

Verità che non esplode

Svegliarsi un mattino e accorgersi di non farcela più.
Accorgersi che improvvisamente è insostenibile.
Che tutto quello che si è sopportato, non lo si sopporta più.
Che essere stata una persona sempre vera, non mi ha pagato.
Che non reagire ad ogni falsità sul mio conto sperando che poi la verità verrà fuori, mi dá solo la soddisfazione di aver avuto ragione, ma non mi toglierà il dolore per tutto quello che mi è stato buttato addosso.
Che essermi fidata delle persone sbagliate,  aver messo in mano il mio cuore agli altri pensando che lo avrebbero trattato bene e poi scoprire che me l'hanno stritolato, mi fa  terrore non torni più il cuore di prima.
Ho perdonato tante volte.
Ho taciuto tante volte.
Ho pianto da sola, tenendo le mani attorno a me, per non perdermi, per non cadere a pezzi, troppe volte.
Quante volte avrei potuto vendicare la mia parola,  sapendo avrei fatto tanto,  tanto, del male, ma non me la sono sentita.
Stamattina mi sono svegliata ed è come se fossi paralizzata, corpo e cuore.
È come se tutto di me vibrasse di dolore per esplodere da un momento all'altro.
Sentirsi risucchiare la voglia di andare avanti, non è una cosa che si perdona.


giovedì 2 maggio 2013

Lo squillo che non fa dormire

Io dalla mia (rarissima) insonnia sono terrorizzata perché si mette in moto la catena di produzione dei "pensieri minchiata" e delle nostalgie ingiustificate.
Cioè,  questo sarà quello che penserò domani mattina.
Ma adesso sono davvero in crisi nera contro i messaggi gratis, gli abbonamenti telefonici e whatsapp.  Mi è venuta la nostalgia dello "squillo"!!!!  Ah Dio la meraviglia dello squillo che poteva significare tutto e niente.

"Sai mi ha fatto lo squillo... (urlettini e saltelli con l'amica del cuore)".
"che dici gli faccio uno squillo? (lacrime e amica del cuore che ti passa la vodka pannafragola)".
"Mi sono trovata 5 squilli (perché era impensabile che qualcuno avesse abbastanza credito per telefonare), vuol dire che mi pensa? (Discussione di ore che neanche al consiglio direttivo di Banca Italia con la solita amica)". 
"Non ha risposto al messaggio,  adesso gli faccio uno squillo ( funzione risvegliante dello squillo nei confronti del nostro acneico lui,  intorpidito da medidative e metodiche fumate di erba gatta)".
"Ancora non risponde, altro squillo!!! (Funzione minatoria dello squillo: non si limonerá duro al pomeriggio successivo, figurarsi la mano sotto al reggiseno)".

Voglio ancora minacciare l'universo maschile con gli squilli!!
Domani, se non mi sarà passata, preparatevi, chi ho in rubrica: vi squillo.... E CIÒ CHE SIGNIFICA... SIGNIFICA!!!!

lunedì 29 aprile 2013

Troppo e abbastanza...

Bisogna sempre tenerlo presente: se qualcuno ti dice che vuoi troppo, che chiedi troppo,...è perché non ha abbastanza da darti.

Allora ricordati anche che corollario a questo teorema è che anche tu sei troppo per questo qualcuno.
E che "abbastanza" non è mai abbastanza.

Le emozioni sono un morso.
La vita ha un gran gusto se la mordi.
Il cuore è capace di baciare. Ed anche di mordere.
"Troppo" e "abbastanza" ti faranno perdere tutto il gusto....

lunedì 22 aprile 2013

LA MIA MENTE E' TORNATA LI'.

Un capitoletto del mio libro....
scritto con....






La mia mente è tornata lì. 
Dove il viaggio era con te, ed era il primo ed è stato l'ultimo. 
Il sole e lo smeraldo del mare, si infrangevano sul tuo sguardo duro. 
Ero attenta a non dire nulla che ti urtasse perchè quello era uno di quei giorni in cui, per qualche motivo, non mi sopportavi. 
Mentre io ti amavo. 
Stavo attenta ad abbracciarti, a toccarti. 
Quello è stato il giorno peggiore in cui abbiamo visitato i luoghi migliori. 
E non so che posto dargli tra le scatole dei ricordi. 
Rimane fuori, appoggiato al rimpianto di aver dato troppo cuore a due occhi tanto neri, e aver tolto al cuore la vista di quei posti. 
Sei sceso piano. 
Con cautela. 
Da quella collina con il faro. 
Mentre io stavo attenta a non toccarti.
Mentre stavo in silenzio ed il sole mi bruciava i piedi.
Mentre i tuoi occhi mi bruciavano il cuore.
Mentre immaginavo che tu non fossi lì.
Mentre ti immaginavo venirmi a cercare in un domani senza te.
Sei sceso piano.
Attraverso quei tornanti.
Scendevi con cautela.
Mentre precipitavi veloce fuori dalla mia vita. 
Mentre ancora ti amavo, ti lasciavo cadere fuori dal sole e dallo smeraldo.

a Denise....a tutte le vittime di amori malati....

LA NOTIZIA A CUI FACCIO RIFERIMENTO


MUSICA CON CUI HO SCRITTO....



HO SCRITTO METTENDO UN PÒ DI DENISE DENTRO DI ME, E UN PÓ DI ME DENTRO DENISE.
PERCHÈ LEI È TANTE DI NOI. 
VOLEVO PROVARE AD ESSERE UNA VOCE.





Non può essere cosi. Non ancora, non oggi. 

Perché la mia vita non è meno sacra della tua, e se ritieni la tua non lo sia, allora te lo dico io: la mia la amo.
La mia la vivo. 
La mia ha incrociato la tua.
Ma non ne deve dipendere. 
E se ci siamo amati o abbiamo avuto una storia ed è finita, tu rimani sempre una persona che ho incontrato, a cui ho dato e da cui ho ricevuto. 
Se ti ho amato dirò sempre "io lo amavo". E tu dirai "la amavo".
Ma la mia vita e la tua non dovrebbero finire con la fine di una storia.
Io ci credo al "per sempre". 
Se il nostro non è stato un "per sempre" sará comunque un "è stato".
Quello che di tenero è rimasto dentro di me, rimane dentro me. Sempre. Quello sì, dovrebbe rimanere per sempre.
Ma quando tu mi togli il respiro e l'amore che tu dici di provare si trasforma in gesti di odio, in gesti che mi condizionano e spaventano, tu la cancelli quella tenerezza.
Tu lo hai cancellato quel "per sempre dentro me". 
Tu lo hai fatto.
Non io. 
E se mi togli il respiro ad ogni squillare di telefono per paura che sia tu, che mi vomiti addosso il tuo odio, oltre alla tua sofferenza, perché lo so, so che soffri, e per questo io non infierisco. 
Per questo io lo rispetto il tuo dolore, e ho cercato di farti capire, che alla fine il dolore è diviso a metà. Eravamo e siamo nello stesso percorso. Forse tu non volevi fosse questa la direzione, forse volevi che dove eravamo, rimanessimo. 
Forse solo io ti ho e mi sono vista cambiare. Ma all'oggi non siamo arrivati con un solo ieri. 
Tanti ieri. Belli o brutti. Ci hanno portati ad oggi. 
E tu non l'hai voluto capire al punto che tra i ieri più recenti ti ho segnalato per stalking. 
Non l'ho fatto per farti del male. 
L'ho fatto perché tu non facessi più male a me. Al ricordo di te, di noi. Alla tenerezza che provavo.
L'ho fatto perché sembri aver dimenticato tutte le cose che amo e non voglio perdere. Quelle cose che la tua rabbia ti ha fatto scordare di aver amato in me e che ora vuole portarmi via.
Hai dimenticato quanto amo la mia vita.
Amo i giorni quando giungono al termine. Hai scordato che chiedo un solo cubetto di ghiaccio nell'aperitivo e un cucchiaino e mezzo di zucchero nel caffè. Che adoro il profumo dei libri nuovi e piango ad ogni film. Che ho una stanza disseminata di scarpe e perdo tutti gli elastici dei capelli. Che ho la fobia delle maschere e mi piacciono le persone che ridono. Che prendere la zampa del mio cane tra le mie mani, mi fa sospirare. Che ti impressionavi quando mi vedevi scrivere perchè lo facevo di getto, senza mai correggere. Come sto facendo ora. 
Hai scordato che muovo la testa guardando fuori dal finestrino, perché dentro di me quello che vedo è già diventato una storia da scrivere. Che ho dei genitori che mi amano, con cui litigo ogni giorno ma da cui ogni giorno penso di non riuscirmi a staccare. 
I miei giorni.
Le mie ore scomposte o malinconiche. 
L'ho fatto per loro. Per i miei giorni.
Definirti stalker. Farti definire molesto.
Perché il tuo amore fa male. Il tuo amore mi strangola. Il tuo amore fa paura.
E se compri una pagina di giornale per far sapere che mi ami o per far sapere che mi odi, non hai comprato il mio ritorno. 
Hai solo venduto il mio pudore, hai comprato un pezzo del giudizio degli altri. Che niente sanno. Niente mai sapranno.
Nè delle notti in cui allungavo una gamba sotto al lenzuolo per cercare la tua.
Nè di quelle ore in cui mi litigavamo di continuo. 
Hai venduto il mio, il nostro, momento di distacco a occhi pochi caritetavoli. Hai pagato per dire a tutti che sono tua. 
Ma io non sono tua.
Io appartengo solo al mio cuore, alla mia testa, ai miei sentimenti. E alle scelte che questi mi conducono a fare.
E ho scelto di proteggermi. 
Ho scelto di dire che tu mi facevi paura.
Io l'ho fatto.
Non si dice, non si riesce a dire, quanto sia stato difficile definirti molesto. 
Prima eri altro. Eri amore, amico, amante, futuro, rifugio, confidente. 
Di tutte queste cose hai creato un incubo.
Come quando hai la febbre e protagonisti degli incubi sono cose normali, belle, che diventano enormi, soffocanti, insorreggibili.
Ho scelto di difendermi.
E tu due giorni dopo hai ritirato un porto d'armi per uso sportivo. Con cui, per nulla sportivamente, hai comprato una pistola.
Mi hai attesa dove sapevi sarei scesa, complici tutte quelle abitudini che conoscevi e amavi.
Mi hai uccisa. 
Ti sei ucciso.
Ora non ci sarà nessuno a dirlo al posto mio. Ma noi vivevamo ieri.
Noi avevamo entrambi una vita.
Se la tua non valeva per te, la mia si.
E lo avevo, anche a te, dimostrato scegliendo di dire che avevo paura. 
Tu non avevi diritto di impugnare quella pistola.
Forse lo avresti fatto in altro modo.
Ma io avevo detto di avere paura. 
Non avevano diritto di renderti così facile cancellare me.
Questo mio scrivere senza mai fermarmi a correggere.
È stato fermato. 
Per non poterlo correggere più.

venerdì 12 aprile 2013

PORNO TERAPEUTICO ALLO ZOO

La storia della femmina di panda che non si voleva accoppiare l'avete sentita vero?
Quei furboni degli scienziati, per risolvere la perniciosa questione, hanno pensato che una femmina in cattività ha bisogno di una spintarella per  risvegliare gli istinti intiepiditi, quindi l'hanno piazzata davanti ad uno schermo, pop corn, gelato e "sciuepzzzz", e hanno proiettato un bel film porno.
Con protagonisti un panda e una panda. Ovviamente.
C'è stato un piccolo incidente diplomatico quando Lapo Elkhan si è interessato... se mai volessero un adesivo FIAT o quei suoi occhiali in puro eternit da 500 euro... nel caso il panda che volesse celare lo sguardo strabico nel momento clou ... ma la violenza su una specie in via di estinguere è davvero troppo.
Comunque tant'è che ha funzionato: la pandessa ha fatto un scappatina da intimissimi, e ha sedotto il suo  boy. Non ci è dato sapere nulla più sulle prestazioni.
Ma credo la storia si sia ripetuta. Le voci sono messe a tacere, però ci sono segni inconfondibili: non è che tu compri la diavolina e racconti che la vuoi usare come pietra pomice.
C'è un'altra coppia in crisi.
Che vive in cattività. 
Difficile precisare la razza, ma si spazia dai lemuri alle scimmie.
Forse il problema stavolta è del maschio... anche lui ha le sue paranoie eh!...  non diamo sempre colpa al pavimento pelvico e alla menopausa: anche qualche maschio ha bisogno di una spintarella... a volte pure di un bel calcio in culo, diciamolo.
E stavolta gli scienziati non hanno badato a spese: un film hard per primati con protagonisti d'eccezione.
Ce lo volevano nascondere per la legge sulla privacy dei gorilla, ma, pur con il dovuto rispetto e la sensibilità propri del caso, ormai non si può più nascondere.
È stato presentato ieri sera a Milano.
Il nuovo film porno di Sara Tommasi e Nando Colelli del Gf11. "La bella e il porcone".
Dai,  a fare due più due siamo buoni tutti.
Tranne i protagonisti. 

mercoledì 20 marzo 2013

DENUNCIA VIOLENZE FB

MESSAGGIO SERIO.
troppo spesso su fb si condividono link, video e immagini che vorrebbero denunciare maltrattamenti di animali,  sevizie a bambini,  violenza sulle donne, pseudo pedopornografia.
Il fatto di trovare un'immagine,  metterci una scritta sopra con "se vuoi finirla con questo schifo condividi" (per fare un esempio) purtroppo troppo spesso è usato dai gestori delle pagine per pubblicizzare le stesse e monetizzarle.
Speculando loro stessi su un abuso.
Condividere La nefandezza umana non giova a noi che ce la troviamo in bacheca, è ben lontana dall'intento di denunciare di chi le pubblica e aggiunge un altro patibolo alla vittima.
Per non parlare della rete di condivisione che rende ancora più difficile risalire all'origine del materiale.
C'è una pagina della polizia postale anche  su fb. Basta girare a loro il link in messaggio privato.  Oppure mandare una mail al loro sito.
("Polizia Postale Web Site Fans" su fb)
Quando si parla di "muovere il culo e fare qualcosa", bisogna tradurlo con "la stessa fatica che faccio a mettere in bacheca una cosa che provoca solo dolore e fastidio, la impiego nel segnalarla a chi può fermarla".
E con questo CHIEDO SCUSA se involontariamente ho fatto passare per sprovveduti tanti di quelli che finora hanno condiviso in buona fede, ma sulla vostra buona fede purtroppo corre molta speculazione da parte di certi rifiuti della società.
Con un pò di consapevolezza e sensibilità diventa tutto possibile.

martedì 19 marzo 2013

Ringraziamenti commossi, puntata prima

É terribile l'ipotesi di una mia prematura dipartita senza aver speso una parola di ringraziamento per tutti coloro che ho incontrato nel mio cammino.
Quindi, non rimando a domani ciò che posso fare oggi.

Grazie a tutti quelli che "è un'oca":  insisterò per migliorare anche l'andatura, oltre alla voce e alla corsa a braccia aperte.
Grazie a tutti quelli che "è in giro tutte le sere": passando le mie giornate sul divano sento il bisogno di evadere.
Grazie a tutti quelli che "è in giro tutto il giorno": i miei non mi lasciano uscire alla sera, quindi evado di giorno. Con un lenzuolo.
Grazie a tutti quelli che, con i miei, "è troppo magra, sta male?!" : ho l'ossatura sottile e un verme solitario in subaffitto.  Si chiama Libero Antonio Camillo Lenin (suo padre era appassionatissimo di Fernandel).
Grazie a tutti quelli che "mangia troppo, secondo me ha un problema": mi ingolfo e faccio abuso di actimel. Lo sblocco a volte è spiacevole.
Grazie a tutti quelli che "non fa niente tutto il giorno" : mi risparmio per riposare meglio la notte.
Grazie a tutti quelli che "fa troppe cose, per essere qualcuno devi specializzarti": sono specializzata in salto nelle pozzanghere, potrei diventare un geyser un giorno.
Grazie a tutti quelli che "non è normale che sia sempre in tacchi":  per il sacro vincolo della normalità devo ricordarmi di mettere più spesso le zeppe.
Grazie a tutti quelli che "che minigonna scandalosa":  la punizione è un cilicio, proprio sotto l'orlo.
Grazie a tutti quelli che "non scrive bene": avevo scelto di cantare, ma vado ancora peggio.
Grazie a tutti quelli che "secondo me non sa parlare in pubblico": neanche nel privato, neanche da sola.
Grazie a tutti quelli che "ha ogni sera uno diverso" : mi innamoro ad ogni battito di ciglio.
Grazie a tutti quelli che "non  lo troverà mai un moroso" :  in parte perchè si mimetizzano con l'ambiente, in parte per il mio daltonismo è difficile scovarli.
Grazie a tutti quelli che "a me l'ha data": ti pregherei di rendermela che vorrei tornare a utilizzarla.
Grazie a tutti quelli che "l'ha data a tutti": riunitela e ridatemela per il suddetto motivo.
Grazie a tutti quelli che "ehvalà, non la dà a nessuno": allora proprio non ricordo dove l'ho messa.
Grazie a tutti quelli che "non è un esempio per i giovani":  devo ricordarmi di cedere i miei successi o le mie (poche) capacità all'umile e discreta presenza di voi quattro soliti vecchi. In gambissima eh!
Grazie a tutti quelli che "è sempre insieme a qualcuno":  non so guidare/parlare/deambulare/autogestirmi.
Grazie a tutti quelli che "è sempre da sola":  vedo la gente morta, e qusto a non tutti piace.
Grazie a tutti quelli che "ha sempre il bicchiere in mano": se lo appoggio me lo fregano.
Grazie a tutti quelli che "ha sempre il bicchiere vuoto": la piaga sociale delle cannucce lunghissime: colpiscono dalle spalle.
Grazie a tutti quelli che "vuole le luci puntate su di lei": e ancora col fondotinta non riesco a coprire tutti i brufoli.
Grazie a tutti quelli che "la scena è tutta tua":  piroetterò da un lato all'altro del palco con fare maestoso.
Grazie a tutti quelli che "spende tutto in vestire": inizieró a comprare anche trucchi.
Grazie a tutti quelli che "spende tutto in trucchi":  senza trucco in realtà io sono un pesce san pietro.
Grazie a tutti quelli che "spende tutto in libri": abbiamo tante porte a casa mia da tenere aperte.
Grazie a tutti quelli che "sa tutto lei":  e le indovino con una.
Grazie a tutti quelli che "non sa niente in tutto": infatti non vinco mai.
Grazie a tutti quelli che "non viene mai/più alle nostre feste perchè è gelosa":  e come Otello a Desdemona vi pugnalerò a colpi di flyers.
Grazie a tutti quelli che "è sempre in giro a feste": dopo la vicenda della gelosia mi autupugnalo, sempre a colpi di flyers.
Grazie a tutti quelli che "secondo te ci sta?!": dipende dove mi vuoi chiudere.
Grazie a tutti quelli che "tanto gli fa le corna": al massimo delle mie capacità riesco a fare anche baffi, coda e forca. Bastano dei colori lavabili e della colla vinilica.
Grazie a tutti quelli che "cosa c'entra con la caccia?!": è un mondo brulicante di uomini, testosterone e giovani coi pantaloni alla zuava. Molti dei miei morosi si nascondono anche qui.
Grazie a tutti quelli che "non sa sparare": non si contano le volte in cui mi sono sparata sulle unghie dei piedi.
Grazie a tutti quelli che "cosa vuoi che ne sappia di armi e fucili quella lì?!": fanno una porchissima figura come cappelliere e portagioie. Dipende se li metti orizzontali o come. E per un giocoso effetto "cipria di intonaco" basta appenderli carichi.

...FINE PRIMA PUNTATA,
E fin qui ringrazio tutti di cuore, commossa, col mio inconfondibile saluto: l'elegante braccio ad ombrello.

giovedì 28 febbraio 2013

Rimborso elettorale per principianti.

In questi giorni in cui la politica sembra essere diventato l'argomento di conversazione nel momento del nonsodicosaparlaremaqualcosadevodire, sostituendo il tempo e le mezze stagioni, palesando spesso anche molta non-conoscenza dei fatti, della storia politica italiana e dei retroscena (il più delle volte succosissimamente di gran lunga più interessanti delle notizie ufficiali)  , mi è stato chiesto di scrivere (a modo mio) qualcosa che spieghi semplicemente i vari punti salienti del contendere. E lo farò nella lingua che mi é più cara: irriverente verità e sarcasmo impunito.
Dunque, iniziamo la prima puntata del "puttanaio italia" con i RIMBORSI ELETTORALI.
Cosa sono. Lo dice la parola stessa: un rimborso, dovuto dallo Stato ai partiti per le spese sostenute nelle campagne elettorali, a vari livelli.
Vanno da sé due cose: chi meglio si piazza, avrà diritto al rimborso in toto, e, in rapporto al piazzamento, i partiti successivi.
Seconda cosa per aver diritto a questo rimborso bisogna essere un partito "ufficiale", cioè in base alle ultime norme, essere dotato di statuto. Ecco perché, ad esempio, nasce la polemica sulla rinuncia di Grillo al rimborso elettorale: anche volendo, non potrebbe incassare in quanto il suo movimento non si é mai dotato di statuto.
Ovviamente gli antigrillini sostengono la tesi del "facile rinunciare se anche volendo non potresti", mentre i pro sostengono che uno dei punti fermi di tutta la politica del movimento è quella di autofinanziarsi e quindi, proprio per questo, non c'era bisogno di dotarsi di statuto.
I rimborsi elettorali nascono da quella fonte mai stanca di produrre stronzi secchi che fu la DC: si trattava della legge Piccoli, e siamo a metà degli anni 70. Da subito viene contestata e vengono proposti referendum abrogativi (soprattutto da parte dei radicali); il primo di questi andò male, e il risultato fu che durante gli anni 80 le modifiche che questa legge subisce riguardano il fatto che i partiti non possono ricevere soldi dalla pubblica amministrazione o enti pubblici,  che i finanziamenti vengono raddoppiati, e che i partiti dovrebbero presentare un bilancio di entrate ed uscite.... ma non c'é nessuno che disponga dei controlli effettivi....
Finalmente nel 93 con un referendum, proposto sempre dai radicali,  il 90, 3% dei votanti stabilisce l'abrogazione di questa legge.
Inutile dire che nel dicembre dello stesso anno la legge viene reintrodotta cambiando solo il nome: "contributo spese elettorali".
Popolo sovrano, popolo bue...
Viene aggiunta anche la possibilità di donare il 4×mille al momento della denuncia dei redditi a partiti e movimenti.
I radicali fanno ricorso alla Corte Costituzionale, accusando ovviamente il tradimento del risultato referendario, ma viene vietato anche il deposito di tale ricorso....
Popolo italiano, popolo bue... ribadisco...
Seguono una serie di modifiche di questa legge che rimane sempre in pieno vigore, tra cui quella che sancisce l'abbassamento della soglia percentuale che dà diritto alla'ottenimento del rimborso, passando dal 4%  all'1% del quorum...
Di rimborsi elettorali si sente parlare in maniera esplosiva nuovamente nello scorso 2012, con gli scandali Lega e Margherita. Su cui, se ce ne fosse bisogno, farò discorso a parte.
Ed ora con riferimento alla non accettazione da parte Movimento 5 Stelle.
Dove sta lo scandalo?!
Lo scandalo sta nella posizione in cui si trovano gli altri partiti, in quanto in questo caso non si incontrano più a mangiare tutti dallo stesso tavolo. Non sono più tutti con un cappone di traverso mentre il famoso popolo bue si scanna per contendersi le ragioni di chi ha votato meglio (leggisi "il meno ladro"). Ora c'é uno che a quella tavola non si siede, e non ne vuole neanche sapere di quello che ci sta sopra, se non per portarne notizia fuori. Certo, forse anche questa é una mossa calcolata. Certo, forse risorse ne raccimoleranno in altro modo e non faranno la fame.
Ma una cosa sicura è che aleggia un imbarazzo palpabile tra gli altri partiti, che si trovano a decidere cosa fare con quei rimborsi davanti agli occhi degli italiani che, per la prima volta, hanno oggettivamente e indiscutibilmente davanti il caso di qualcuno  che esce dal coro.
E non si tratta di bruscolini.
160 milioni di euro totali.
45, 8 milioni sarebbero destinati al Partito Democratico.
38 milioni al Popolo della Libertà
15 milioni Scelta Civica Monti....
Quelli che toccherebbe a Grillo e al suo movimento sarebbero ben 47, 2 milioni...
Inizio e fine (auspicata, sperata, sospirata) finalmente degli scandalosi rimborsi elettorali in Italia.

martedì 15 gennaio 2013

Il tuo sbuffo sul mio collo...

Niente mi darà cosi tanto come il momento in cui al mattino sbuco da dietro alla porta e ti dico "buongiornooooo...". Tu mi arrivi incontro tremando d'emozione...  mi inginocchio a terra e ti butti tra le mie braccia. Aspetti un bacio e poi mi appoggi la testona sulla spalla.
Nulla potrebbe riempirmi il cuore così...ci sono stati giorni in cui le mie giornate iniziavano cosi tristi che ti stringevo fino a sentire il tuo respiro rumoroso scoppiare in uno sbuffo sul mio collo.
Eppure sei stata lì a farti stringere fino a che ne ho sentito il bisogno...
Diranno, lo sai, che sono stucchevole e ridicola. Ma sai, anche, che non potrebbe importarmi di meno.
Tu le sai tutte queste cose, perchè tu non mi lasci mai. Non mi lasci mai per davvero. Non lo farai mai per davvero.
Gli uomoni se ne vanno, le persone se ne vanno, così inutili e falliti da andarsene anche da voi a volte.... mentre rimanete ad aspettarli.
Sai che mi taglierei entrambi i piedi se sapessi che mi porteranno lontano da te?...
Che me ne frega di quello che pensa chi legge.
Questo è il mio pensiero per Te.
Che  dormi sulla tua copertina, sul mio divano, accanto a me... tortellino ciccionissimo mio! E devo fare piano a tirar su col naso perchè se ti accorgi che sono commossa, non puoi non venire a sbattere il tuo testone addosso alle mie gambe, alla mia pancia, alla faccia, perchè se piango devi per forza consolarmi alla tua maniera goffa!
Che me ne frega di quello che pensa chi legge.
Tu sei davanti a me, ai miei sentimenti, alla mia nudità, alle mie sconfitte, ai miei isterismi, ai miei dolori, ... senza farmi provare vergogna, solitudine e sofferenza MAI. Solo le persone sono in grado di farci provare questo.
Anche chi mi vuole più bene al mondo, può farlo. Tu no.
Per questo che me ne frega di quello che pensa la gente.
Questo è il mio pensiero per Te, Isotta.

giovedì 10 gennaio 2013

Il principe arriva con la sigaretta elettronica

A questo punto credo  che siamo oltre la frutta, il caffè e lo sgroppino.
Emanuele Filiberto Savoiardo che fa la pubblicità della sigaretta elettronica.
Siamo decisamente al rutto. Ma che dico. Stiamo per acchiappare la prima rivista a tiro, perché nella pancia si stanno accordando gorgoglii e fischietti.
A parte che é proprio la vista del personaggio a farmi spuntare gli orzaioli da ogni dove, ma è una pubblicità terrorifica.
Nemmeno Kubrik avrebbe osato propinarla al drugo coi tiranti agli occhi.
E su Papillon quel povero disgraziato a cui avevano impedito di dipingere e si tagliò le dita, può chiamarsi fortunato: io sto cercando di estirparmi i bulbi oculari col cavasparagi!!!
E poi quella tipa lì. Quell'anemone di fosso che gli sta seduta a fianco e dice qualcosa a proposito del sesso. Fatele leggere il foglietto delle istruzioni. Dove si infila e perché fa fumo.
Con tatto. Per non turbarla troppo.
Non bastavano questi due: ci volevano anche tutti quelli seduti al tavolo che ridono (in maniera incredibilmente naturale tra l'altro). Ma che ridete?!?! C'è più cerume che cervello in quelle teste e voi ridete?! C'è da piangere. Da fustigarsi coi porri. Da fare pellegrinaggi verso il banco del pesce e indovinare chi siano gli assenti.


martedì 8 gennaio 2013

BEFANA GRAVIDA? CORONA É IL PADRE

Avversitá e  venti sfavorevoli mi hanno tenuta lontana dal mio blog per un pò .
Ma l'essere sopravvissuta anche questa volta, mi sembra un buon motivo per cogliere il La e ripartire.
Apriamoci una bella bottiglia di bollicine e brindiamo bandolere stanche.
Superato il giorno della befana, quando prodighi e ligi all'etichetta, si ricordano di farti gli auguri pure i portatori sani di testicoli.
Per loro è questa la festa della donna, che ci vuoi fare. Amano burlarsi di noi rifugiandosi dietro la figura di una vecchia che porta i regali. Loro che chiedono il purè e si piantano di testa nella poltrona anche per il solo esame delle feci. Neanche gliele strappassimo a braccio teso direttamente in sede.
Che poi io, lo ribadisco sempre, sono stata dotata più di fobie e paturnie, che di sani "vaffa"con contorno di tette e risatine, ma li odio! Quelli che da noi chamano "i bujeli". Quei faló in piazza. Quando bruciano la vecchia. La befana.
Mi fanno impressione.
E sempre donne al rogo.
Guardate che io c'avrei anche un bel paio di nomi maschili che farebbero la loro porca figura impalati tra le fiamme. Conosco anche dei simpatici kebbabari disposti a  portare le salse.
Invece no, sempre noi Berte che filavano e ancora filano, troppo spesso.
Perché a nessuno é mai venuto in mente di evolvere l'immagine della Befana?
Un momento perfetto c'è stato quando la Cindy, la Cindy Croford,  ha fatto del suo neo un punto forte : errore fu che non c'ha attaccato anche tre o quattro peli finti. Un rametto di pino marittimo, a cui gli aghi cadono, a sottolineare la vitalità dell'impianto!
Potevamo inventarci una befana in topless. Meglio ancora col pancione: Signorini ci faceva la copertina titolando "Befana gravida: Ballotteli le dona una scopa Lamborghini" Oppure "Corona:sotto shock.《quando le ho chiesto un passaggio credevo che scopa fosse il fine, non il mezzo".
Sai la riscossa.
Oppure sorprenderla a sniffare coca nei bagni dell'Hollywood, farsi avanti tra arricchiti con la mutanda che tira e sgallettate aspiranti miss che credono che  le coppette mestruali siano degli svuotatasche futuristi.
Poi vabbeh, cara Beffy, dovresti mettere in conto anche il peso del successo.
Dovresti andare in tv e farti intervistare. Dalla D'Urso per esempio.
Ah ok.
Scusa.
Comprendo.
Piuttosto il rogo.