mercoledì 7 novembre 2012

tutti noi, foglie d'autunno


Ungaretti quando paragonava gli uomini alle foglie d'autunno, parlava da una realtà di guerra.
Eppure oggi la stessa fragilità esiste anche senza guerra.
Per lo meno non quella di armi e invasioni coi carriarmati.
Ma ogni giorno, ogni santo giorno, è una guerra.
Per stare in piedi.
Per non perdersi.
Per riconoscersi.
Dobbiamo soffocarci, tacere, sorridere, reprimere. Vergognarsi dei nostri talenti, o sottoporre i nostri pensieri al giudizio altrui.
Lasciare che qualcuno dica al posto nostro se quello che facciamo ci rende meritevoli o meno di un titolo, una posizione. Un semplice stare nella società.
Siamo tutti le foglie di Ungaretti.
Siamo tutti fragili.
Ognuno di non vive l'invasione di un carroarmato invisibile.
Ognuno di noi piange al vedere il proprio ego stritolato da mani estranee.
E non occorre avere un ego grande per dover fare lo sforzo di proteggerlo.
Tutti dovremmo proteggerlo. E tutti dovremmo aiutare a proteggerlo chi non è abbastanza forte.
Io lo so che significa sentire il male degli altri addosso.
E non sono l'unica certo.
Solo che io lo grido con lo scrivere. A volte lo sbraito più che gridarlo e magari ottengo un effetto urtante, più che altro.
Comunque è una pugnalata ogni volta che le mie parole escono da queste righe storpiate o derise o come arma.
Io però, almeno, posso urlare col mio scrivere.
Perchè se, stanotte, a 24 anni decidi di toglierti la vita le possibilità sono due.
O non avevi un mezzo con cui gridare.
O hai gridato e ti hanno zittito.
E ora quella voce non ci sarà più e ci saranno orde di ipocriti a dare senso al tuo gesto al posto tuo.
Tanto Tu da stanotte non ci sei più.
Spero solo Tu non senta più nulla di quello che ti faceva così male da lasciarTi cadere.
C'eri ieri. Quando forse qualcuno ti ha detto che stai facendo delle puttanate.
C'eri ieri quando forse ti hanno detto che eri un buono a nulla.
Non sono bravi questi adulti che stanno qui a dirti, dirmi, dirci, cosa non va in te.
Dovrebbero dirti cosa va in te.
Cosa di buono c'è in te.
E perchè vale la pena vivere e lottare e sopportare a volte.
Sai. Siamo tutti foglie d'autunno.
Solo, hai ragione su di una cosa: se riusciamo a reggerci perchè oggi non c'è vento, non dovrebbe essere la superficialità a soffiare il suo giudizio.
Perchè cadiamo.
Tu sei caduto.
Forse non sono degna di parlare ai giovani e di insegnare ai giovani qualcosa.
Proprio perchè lo sono anche io.
Proprio perchè servono gli adulti a insegnarci qualcosa.
Ma allora, da giovane che poco conta, poco sa e poco ha da insegnare, volevo solo dirvelo, adulti che ci osservate.
Siamo foglie d'autunno.
Che siamo fragili lo sappiamo già. Lo vedete. Lo vediamo.
Almeno, non soffiate.
Perchè mentre noi siamo costretti a guardare con gli occhi bassi il terreno, Lui si è lasciato cadere.
Ricordateci che abbiamo il Cielo sopra.
Siamo foglie d'autunno.
E' un nulla cadere.




lunedì 5 novembre 2012

sopra la vostra depravazione, io danzo.

e oggi si fa pulizia tra le "amicizie"...
perchè sono stanca di essere paziente e tanto non me ne viene nulla.
via le sfigate che guardano il mio profilo, chiamano la mamma, fanno vedere cosa pubblico e poi la mamma, più sbarbina ancora delle figlie, va dalla mia...: "ah! ma hai mai visto che Eleonora ha le foto in posa?"... NUUUUOOOOOO??!!!! TERREMMOTTOTTRAGGEDDIAAAAA!!! mavaff... che non siete capaci di mettere una dietro l'altra due parole in croce, parlate come Eta Beta dopo la lobotomia e vi mettete a fare Sgarbi con le mie foto. e vostra madre la D'urso a moderare i dibattiti??! marivaff... e dopo queste sono quelle che si lamentano ogni tre per due che i laureati non trovano lavoro: bella, non è che quel pezzo di carta  riesca a tappare tutte le falle e proteggere il tuo cranio dall'invasione dei roditori!!! metti in moto il cervello, non lesinare col carbone, e vedrai che una possibilità in più ce l'hai... perchè finchè ragioni così, vai bene solo a raschiare le suole delle scarpe. 
poi.
via quell'altra che si lamenta perchè vuole "fare la giornalista, e scrivere, e se lo fa la Eleonora che non ha neanche studiato per quello...".
senti, animafragile, dato che ti viene così facile aprire la bocca per far vedere che hai ancora un dentino da latte, prova a chiudere le gambe (...so che fai pilates, mica per altro...) e leggere qualche libro. scoprirai un mondo fantastico  che si chiama "scrittura" e capirai che è meglio che torni... a fare pilates. se hai una dote non è certo quella della scrittura.
non ce l'ho nemmeno io forse, solo che io ci vivo a differenza tua. ed è la mia vita. oltre che la mia ragione di vita. guarda un pò quante robe che il tuo cervellino sfrigolante non riuscirà a distinguere, ma che ricondurrà ad una sola parola: "lavoro".  senti, se proprio a me va male, prometto che divento insegnante di Pilates. solo per farti un dispetto.
via i "diversamente occupati" che si preoccupano di verificare i miei stati, con chi esco, dove vado, con chi parlo, cosa dico, cosa penso, in quanto tempo digerisco la peperonata. e ne fanno un rapporto dettagliato. in questo rapporto metteteci anche quattro dita medie. dai vostri tabulati non risulta che io ne abbia quattro?? guardate bene: ho alzato pure quelle dei piedi!!!!
 e per rispondere alla domanda che mi ha fatto mia mamma: "ma perchè non fai a meno di scrivere e pubblicare?", voglio essere chiara.
io sono una persona VERA.
più ossa che carne forse, ma di certo più cuore che culo.
gioisco, mi emoziono, mi arrabbio, soffro, sono orgogliosa, frustrata, vanitosa, complicata, al settimo cielo. sono antipatica, ingenua, stupida, delusa,narcisa. sono fragile, sola, triste, depressa. sono un fuoco,coinvolgente, entusiasta, gioiosa, allegra,...
qualcuno poco incline all'uso della sensibilità potrebbe obiettare che sono instabile se sono tutto questo. ok. sarò anche instabile.
ma sono VERA. io non mi nascondo, non parlo di altri, non faccio i calcoli, non mi interesso di quello che gli altri dicono e non mi occupo nemmeno di sapere che lavoro fanno, se hanno qualcuno a fianco o solo sotto, se nelle foto vengono bene.
io vivo di me.
e di quello che gli altri mi danno. non che mi tolgono.
questo non piace? oddio, ad un certo punto ricomincerò anche a mangiare e dormire quando me ne sarò fatta una ragione.
ma per rispondere alla domanda di mia mamma: io non mi devo nascondere.
se sembro un tipo da scandalo, credo lo scandalo sia negli occhi di chi guarda.
forse non è cataratta quel velo. peccato. perchè allora non si può nemmeno operare.
si chiama depravazione.



 

venerdì 2 novembre 2012

matassa di fili strani.


mah. ho dei pensieri filosofici oggi.
perchè mi guardo dentro e vedo una matassa scomposta di fili strani a compormi.
ognuno di noi nasce con una peculiarità.
ecco, io credo di essere nata per non trovare nessuno con i miei stessi gusti.
credo che in fondo un pò bisognerebbe averceli nel sangue gli altri e i loro gusti. e invece io nel sangue ho solo me.
troppo spesso mi sembra che tra gente che si muove avanti e indietro, io non riesca a fare altro che andare verso l'alto e poi verso il basso. di continuo.
e solo nell'attimo in cui ci incrociamo riuscire a farmi capire. o a capire. ma solo a volte.
più di tutto non capisco le storie sul giusto o sbagliato, la mancanza di sfumature, il giudizio grossolano. non capisco la noncuranza nel distruggere i legami. non capisco la gente che non sorride quando ha voglia di sorridere e non piange quando ha voglia di piangere.
non capisco dove stia il vantaggio di trattenersi o quello di scandalizzarsi.
io non ho mai avuto troppa cura nel nascondere le emozioni, gli stati d'animo, la creatività.
quello che provo, provo. ciò che ne esce, esce.
penso che per la mia essenza, quella matassa di fili, valga un pò come per la salute: nulla le sarebbe più fatale che curarsene troppo.