mercoledì 27 novembre 2013

E ora mi trovate in TACCHI E PEPE ROSA!

Cambiano i percorsi nella vita, gli umori, i contatti e le persone che ci circondano.
"Mutande sotto il letto" è arrivato come una compagnia, senza troppa convinzione, in un momento in cui evidentemente mi circondavo di compagnie, per così dire effimere, e forse avevo bisogno di riempire una solitudine...

Adesso arrivo davvero io: con i miei tacchi e tanto pepe rosa!
Non per riempire un vuoto, ma per condividere la pienezza del momento che sto vivendo, in cui le giornate iniziano tutte con il sorriso ed il futuro mi sembra possa essere nulla di meno che meraviglioso.
Sarà perchè sono innamorata, sarà che sento che non mi manca niente, sarà che concretamente sono in piedi dei progetti importantissimi, per me, la mia vita come Eleonora, la mia vita  dentro una coppia, la mia vita come risultati professionali e la mia vita come figlia.

Tacchi e Pepe Rosa sarà davvero una sorta di Diario Virtuale, che oltre ai miei soliti pensieri, vedrà realizzarsi tutte le altre mie passioni...senza troppa cura di farmi giudicare superficiale talvolta, perchè anche la superficialità merita di non confondersi con la banalità!

Bene.
"Mutande sotto il Letto" viene assorbito da "Tacchi e Pepe Rosa".
Chiude i battenti e saluta tutti!

Ora mi trovate qui:
http://tacchiepeperosa.blogspot.it/




venerdì 9 agosto 2013

Si fa presto a dire "cacca".

Premessa: questo non é un articolo elegante. Ma non è colpa mia. É proprio l'argomento.
Non so esattamente cosa mi attragga a leggere certe notizie e a non esserne mai appagata. Peró succede anche questo.
Che la cacca faccia parlare. La popò, proprio. La pupù. Ognuno la chiama come vuole. Anche al plurale: le cacche. Massima libertà.
Partiamo dal fatto che già Piero Manzoni ne fece un'opera d'arte,  sigillando il suo prodotto interno lordo in scatolette di latta, tipo quelle del tonno e del mais dolce,  intitolandole (senza neanche troppa fantasia) "Merda d'artista".
Adesso ce n'è stato un altro (ed è da questa interessante notizia che parte la mia ricerca sulla cacca e le sue avventure...). C'è un artista, tale Paul McCarthy che fa delle merde giganti. Metri e metri.
Cioè, non proprio sue, fatte e raccolte. Lui le fa gonfiabili. L'ultima era alta sedici metri. Una cacca di sedici metri definita opera d'arte. É davvero il caso di dire che ne siamo dentro fino al collo.
Poi é successo questo fatto spiacevole, a Hong kong dove era esposta, che un acquazzone l'ha fatta esplodere e la cacca gonfibile è finita a pezzi, sparsi per la città. Grande perdita per l'arte.
Ed ecco che io mi faccio la domanda "ma ci si puó davvero interessare alla cacca?". Insomma, inutile dire che devo smetterla di fare queste domande perchè la risposta è sì.
Tipo. Uno ha tentato di trasformare la propria cacca in oro. Solo che qualcosa nella procedura di trasformazione è andato evidentemente male e ha preso fuoco il condominio. Un altro ha fatto una rapina lanciando la propria popó. Economico, efficace. Lavoro sporco, ma indolore.
Comunque, manco a dirlo, sono i cinesi tra i più prolifici in cagate del genere. Mai termine fu più appropriato.  Specializzati nella cacca del panda.
Cinese è quello che sta lavorando da qualche anno alla produzione di thè alla cacca di panda. Sembra questa sia ricchissima di fibre e roba buona... e qui secondo me si spiega anche il perché del rischio estinzione. Pandy, mi rivolgo a te: devi cacare fuori le robette che non servono al pancino. Sennó oltre a lasciarci il pelo tu, non fai neanche in tempo a sganciare il polpettone che già questi te lo fregano da sotto il culo per farci il thè. Con la tua popò hanno fatto anche dei gadget per le olimpiadi di Pechino del 2008: cornici, statuette, vasetti,... sterilizzati, per carità, ma sempre dal tuo retto è uscito il materiale.  E ci vogliono fare pure la carta, sempre per il discorso delle fibre, prendendo esempio dai thailandesi che la fanno già con quella degli elefanti.  Però i panda c'hanno più fibre e vincono a tavolino.
Ora, dico, ci sarà un sindacato della protezione del culo (e del suo contenuto) del panda? Fate una petizione, in fin dei conti è roba vostra. Cioè,io non ne son particolarmente gelosa del mio modesto prodotto interno lordo, però mi girerebbero parecchio se me lo fregassero con prepotenza. La cacca è mia e me la gestisco io.
Ma credete forse che i giapponesi siano da meno? Non mi soffermo sullo scienziato che ha creato la carne (non me lo sto inventando purtroppo) fatta con escrementi umani, perchè dovrei anche soffermarmi sul fatto che c'é uno che di professione fa lo scienziato per far studi e poi scoperte di merda (oh, mi dispiace,oggi va così!). Pensa la madre, il padre. Lo fai studiare tanti anni. Speri scopra il sistema per trasformare gli imbecilli in distributori di preservativi, per esempio. Giusto per scongiurare il rischio di un proseguio della specie. Invece ti mette sottovuoto bistecche di merda. Lo preferivano in galera probabilmente, o a spacciare crack.
Sempre in Giappone, hanno presentato la moto che va ad escrementi. Tu siedi sullo speciale sedile fatto a water, ti liberi, e la moto va. Allora.  Da che mondo è mondo, uno a fare il bisogno grosso, soprattutto se nel proprio bagno, ci va di un volentieri, di un relax, di una soddisfazione che al premere lo sciacquone vorrebbero suonassero le campane in piazza. Chi parte col giornale, chi col ricettario, chi guarda le foto degli amici su facebook (per gli stimoli visivi), chi legge le proprietà del detergente intimo, chi si fissa nello specchio per vedere quale sia esattamente il color "paonazzo", chi (un pó più stitico)  si aggancia alle caviglie per una spinta dolorosa ma efficace. In ogni caso è il momento più intimo di ognuno.
Ora non mi immagino di prender su la mia moto merdosa e andarmi a bere uno spritz. E se mi si ferma la moto? Se non mi scappa più? Cosa faccio? Invece di partire con la tanica per andare dal benzinaio, parto con le vaschette tupperware e gli chiedo se può farmi uno stronzetto? Cinque euro di diarrea? E magari se ha una purga per il viaggio di ritorno?  No no.
Già non avrei pensato di dedicare (fino a qui) 4585 caratteri e 785 parole a questo tema. Figuriamoci se avrei pensato anche di concluderlo con un senso di disapprovazione e di dubbio verso me stessa. Sì perchè il Paul McCarthy di cui è l'opera che mi ha fatto scrivere tutta sta roba, quando gli hanno chiesto perchè abbia scelto proprio la cacca come tema per le sue opere ha risposto che la gente tende a nascondere le cose sconvenienti, mentre lui ne fa arte.
Che è la stessa spiegazione che si trova nel primo post di questo mio blog quando spiego il perchè delle mutande. Mutande sotto il letto.
Ps: inutile dire che è stata una pessima esperienza anche andare su Google Immagini per cercare una foto da caricare su quest post...

martedì 16 luglio 2013

Notti da cui ricominciare

Ci sono certe notti, certi sabato, certi venerdì che non li puoi raccontare.
non li puoi spiegare.
C'è questa cosa, chiamalo divertimento, chiamalo notte, chiamalo sentirsi vivi a cui non so, non sappiamo rinunciare.
Ci sono notti in cui il vento e la musica ti arrivano sulla faccia alla stessa velocità.
E quello che riesci a fare è solo chiudere gli occhi e lasciare il corpo.
Lasciare che il vento e la musica lo spingano.
Ci sono notti in cui guardi i tuoi amici in faccia, e scoppi a ridere. In cui farti aprire la birra con l'accendino diventa la complicità di essere una squadra. In cui merito o colpa di un bicchiere di troppo ti racconti, lasci andare le parole, piangi e poi ti abbracci. E ti rialzi e ridi e balli.
ci sono notti che chiudono le porte a tutto quello che sta fuori.
Notti fatte apposta per dimenticare tutto quello che sta fuori.
Ci sono notti in cui tutto finisce e notti in cui tutto inizia.
ci sono notti in cui scoppiano baci inutili e scappano ti amo, a cui in altre notti si aggiungeranno dei per sempre .
Notti di storie sbagliate o di amori perfetti.
Notti di piccole trasgressioni o di grandi errori.
Ci sono notti in cui devi fermare l'auto lungo una strada per ballare, perchè ciò che dovresti forse contenere non lo vuoi contenere, e ballare  scalzi in un parcheggio rimette in asse il mondo, il cuore, le ore.
Ci sono notti che ti regalano ricordi su cui sorridere per giorni.
E ci sono le mie notti, quelle in cui scrivo. Notti d'estate  in cui sul pavimento ancora caldo di sole, sotto il cielo fresco di stelle, mi siedo a fumare e le idee arrivano una sopra l'altra, a cavallo di ricordi.
E magari non scriverò, rimarrò solo lì a sentire il cuore che mi batte in petto ed un profumo non mio ancora sulla pelle.
Ed ogni volta, in ognuna di queste notti,di tutte queste notti, senti che il domani è ancora tanto, troppo, lontano per chiedersi che alba sarà.
Ogni volta, ognuna di queste notti, in ogni giorno in cui torna a farsi luce, senti che la vita ti ha regalato uno spazio da cui ricominciare.
Uno spazio grande una notte.

martedì 9 luglio 2013

Fa più schifo la fiaba che le streghe.

Chi lo sa se e quanto c'entrano questi miei pensieri. Chi lo sa se, tra i tavolini dei bar, potrò dare uno spunto per dei discorsi che non siano solo pettegolezzo e denigrare il prossimo, ma finalmente ci si chieda quanto ciechi, sordi ed egoisti siamo. Sto parlando di Barbarano. Sto parlando delle disumane "insegnanti" che maltrattavano un ragazzino affetto da una grave forma di autismo. Mi ripeto: siamo fuori il mio Comune. Forse a qualcuno non interessa quello che ho da dire. Ma a me interessa dirlo. Si volti pagina, si chiudano gli occhi. Si faccia quello che si vuole: io ho delle cose da dire. Perchè una di quelle due arpie è stata anche la mia insegnante in terza media. Proprio ad Orgiano. E se l'orrore ti è stato ad un palmo dal naso e fatalità la tua sensibilità di ragazzina te la fa mettere tra i ricordi peggiori della scuola, io ce le ho delle cose da dire. Io ce li ho dei pensieri da condividere. Pensieri che fanno male, che daranno un gran fastidio, che urteranno la coscienza di noi che ci definiamo civili. Voglio provare a mettermi dentro al cuore delle vittime di questa faccenda, perchè da fuori magari è sopportabile, ma non ne abbiamo il diritto di sopportarlo: dobbiamo provare a capire che cosa è stato causato in quella scuola. Mi piace pensare, prego Dio sia cosi, che Lui non abbia davvero sentito tutto. Che non lo abbia provato. Che il suo misterioso mondo dopo averlo esposto all'umiliazione, lo abbia protetto dal riconoscerla. Ma vorrei anche dirgli che se mi sbagliassi, io, che il dono della parola ce l'ho, in realtà non ce le ho delle parole per chiedergli scusa. Per cancellare quello che ha vissuto, per rimuovere i lividi nell'anima. Io non credo esista un modo per chiederTi perdono. Penso a quel Papà. Alle volte in cui si è rivolto alla scuola e si è sentito rispondere che quegli ematomi se li era procurato da solo. Penso a quello che deve aver avuto nello stomaco quando si è rivolto alle forze dell'ordine. Il sospetto, la sensazione, che non mente, terrificante che sia tutto reale, che verrà solo accertato. E poi proprio la certezza: la pancia che ti si svuota e si riempie di catrame. Una rabbia sorda. L'impotenza più lacerante. Il senso di colpa per non esserti accorto prima. Le domande. Non riuscire a darti nessuna risposta. E poi c'è Lei. La mamma. Me la immagino guardare la pelle del figlio, ora, e vederci segni ovunque. La immagino aver sentito il cuore fermarsi, al momento della verità. Farsi di cemento. Essere stata la donna più compassionevole del mondo forse, come il marito, ma entrambi in quel momento aver pensato che neanche la morte di quelle due (...o quelle tre) li avrebbe appagati. Sentire che neanche il Cielo è abbastanza grande per essere preso a pugni. Lei, che per prima lo ha preso tra le braccia, Lei che per prima si è accorta che qualcosa non andava, Lei che si è sentita sempre dire che il suo è un ragazzo speciale, ed è così, lo sarebbe in ogni caso. Lei che, tra i gesti inconsueti del suo bambino, sa riconoscere tutti i suoi bisogni, desideri, gioie e paure. Lei, che lo sa quanto sia difficile, e frustrante, e stancante, è vero, crescere e prendersi cura di un ragazzo come il suo. E probabilmente le è costato tanto lasciarlo in mani estranee: nella diffidenza di lui ha imparato a riflettersi anche Lei, un pò per comprenderla, un pò perchè se non lo è la Mamma sua complice, sua compagna di squadra, chi potrebbe esserlo. Ma ce l'ha messa tutta. Lo sa che per il suo bene, anche se vorrebbe tenerlo sempre protetto nel nido di casa sua, tra le persone e gli oggetti che ama e conosce, deve lasciarlo andare. Deve andare a scuola. Deve imparare a "colorare dentro i bordi". Come si sentiva dire da una di quelle streghe nei video. E Lei ha avuto fiducia. Voleva che anche lui colorasse, dentro i bordi, come tutti, e avesse qualcuno che glielo insegnasse. Lei che, in quei video, sente dire che "lo parcheggiava" a scuola: suo figlio non era parcheggiato. Suo figlio andava a scuola, come vanno gli altri, come siamo andati tutti. Aveva due insegnanti, si presumeva, preparate a seguirlo. Pagate per farlo. E c'era della gente, dell'altra gente, attorno a quell'aula che avrebbe dovuto intervenire. Lui non era parcheggiato. Lui era un figlio che andava a scuola ed ha il diritto di continuare ad andare. In quella gente, quella che si vede passare attraverso la porta aperta, faccio ancora più fatica a immedesimarmi, perchè non riesco a credere che io, mia madre, uno a caso tra i miei amici, sentendo quelle grida, quelle parole non avremmo anche solo detto "che succede qui?". Non lo riesco a capire, non lo riesco a giustificare, non lo riesco a credere. Non siamo umani, non definiamoci civili. E se offende questa mia conclusione allora non permettiamoci di prendere le distanze: va condannata con il disprezzo più totale questa faccenda e simili. Vanno disprezzate queste persone che si vedono nei video. Vanno disprezzate quelle che hanno fatto finta di non vedere. Vanno disprezzate quelle che hanno lasciato correre. Vanno disprezzate quelle che ora non condannano. Vanno disprezzate quelle che dicono semplicemente "c'è una magistratura". Vanno disprezzati quelli che dicono che "la scuola funzionava benissimo". Perchè in ogni caso simile a questo sono state dette sempre le stesse cose. E se vogliamo che non accadano più dobbiamo iniziare a disprezzarle. Non funziona neanche più la scusa dell'egoismo: ancora più per questa ragione, cari egoisti, per crearci la nostra "nicchia perfetta e sicura" dovremmo essere tesi a distruggere qualsiasi azione che la possa minacciare. Queste azioni, gente civile o incivile, nobili d'animo od infamii, queste azioni minacciano le nicchie perfette di tutti. Anche se a me, la mia personale nicchia, non basta: io voglio ci siano nicchie perfette soprattutto per quelli come Lui. Per i Papà come il Suo. Per le Mamme come la Sua. E voglio nicchie buie, senza uscita, per tutte le streghe e gli orchi.

mercoledì 26 giugno 2013

Vigliacche noi. Per assomigliare a voi.

(L'ho scritto qualche tempo fa. In occasione della giornata contro la violenza sulle donne... ma ci tenevo fosse anche qui, sul mio blog...)

Ci vorrebbero perfetti.
ci vorrebbero assenti, ci vorrebbero macchine, ci vorrebbero indistruttibili.
mi vorrebbero contenuta. mi vorrebbero capace di reggere tutto.
e invece sono esattamente queste cose che mi vengono rimproverate.
incontenibile. fragile.
ed oggi che dopo tanti mesi che non succedeva piove davvero, io la pioggia l'ho voluta toccare con le mani.
e mi sono detta che stare bene costa meno fatica che stare male.
che essere sereni costa meno paure che avere paura. che avere terrore.
che i sogni della notte sono preziosi come quelli del giorno e che nel chiudere gli occhi per dormire il massimo che ci si deve aspettare è un braccio che ti avvolge per proteggerti.

ci vorrebbero silenziosi. silenziose.
perchè siamo donne.
perchè un peccato degli altri che tu hai subito sulla pelle diventa tutto tuo. tuo intero.
pesante come il piombo.
pesante da chiuderti il cielo e spegnerti il sole.
pesante da strappare le stelle e buttarle tra i rovi.
ogni giorno ti accorgerai di dove sono le stelle e perderai la pelle per tirarle fuori dalle spine.
sanguineranno anche le stelle.
ed è colpa tua.
se soffri.
se hai paura.
è colpa tua se guidi con gli occhi pieni di lacrime.
perchè sei donna. e se chiederai aiuto la gente dirà che di aiuto non hai bisogno.
il decoro è tacere.
perchè in fondo l'hai voluto tu.
allora metterai a tacere in una valigia strabordante di dolore le tue parole.
ti ci siederai sopra nel vano tentativo di tenerla chiusa e guarderai lo scorrere dei giorni da lì.

guardami. vedi quello che vedi.
e non vedi oltre.
tu che parli, tu che ascolti, tu che passi oltre.
tu che pensi guardandomi.
tu che non sai.
tu che credi che io sia quello che vedi.
una faccia piena di risate e braccia troppo piccole per abbracciare tutta la fiducia negli altri.
ma anche io sono stata così crudele con me stessa da spegnere il sole.
anche io ho creduto di dare a chi mi avrebbe protetto.
anche io ho guidato con gli occhi pieni di lacrime.
anche sul mio corpo ci sono stati disegni blu di paura.
quando mi vedi ridere pensa che rido perchè so la differenza tra ridere e piangere.
quando mi vedi abbracciare pensa che abbraccio perchè devo ricordarmi che le mani non fanno solo disegni blu.

e quando ci chiedono perchè non ci ribelliamo, perchè non parliamo, la risposta è solo una.
perchè ci avete rese la peggior cosa che potevamo diventare, la cosa che più ci poteva rendere simili a voi. vigliacche.
e non vigliacche verso voi che il male ce lo fate o verso voi che misurate i centimetri della gonna e la quantità di sorrisi. ci avete reso vigliacche verso noi stesse.
verso la nostra pelle. verso il nostro cuore. verso le mani tese. verso la vita.

forse non saremo mai quello avremmo voluto essere. nè per voi. nè per noi.
ma tra noi e voi quelle che si devono vergognare non siamo noi.
tra me e voi quella che non si deve vergognare sono io.


mercoledì 5 giugno 2013

Mi hai tradito con lui? Gli infilo lampada e genio nell'ano.

Lo so. Il sesso fa sempre notizia.
Mi ribadisco: nel caso queste mio memorie e dolori da giovane Werter finissero tra le mani del mio papy... io non so neanche cosa sia il sesso. Sia chiaro.
E anche la mamy, spero non legga, perchè sopporta poco anche quando dico le parolacce figuriamoci le cose di cui andrò narrando...
Bon. Fatte le dovute premesse.
Gli ebook sono stati per me la rovina. Lo spappolamento progressivo della capacità di produrre pensieri seri.
Non solo perchè alla mia enorme libreria fisica si è bloccata la crescita, ma perchè essendo i libri stessi ben esposti dovevo limitare la scelta dei titoli ad argomenti che non spingessero i vicini di casa a piantare crocette per le rogazioni mattina e sera, lanciare dalla finestra colombe col rametto d'ulivo e fare l'areosol con turibolo fumigante (altrimenti detto incenso).
Ma adesso, nel segreto del mio tablet o telefono, si scarica di tutto. Olè. E si legge di tutto. Olè Olè.
oggi nella pausa caffè ho scoperto delle cose molto utili.
Tipo alcune pene riservate agli adulteri.
Però lo devo ammettere: siccome il mio cervello ha dei limiti di cui non faccio segreto, mi rimangono delle perplessità.
Intanto vorrei rivolgermi a voi, trobeau de femme, petrolieri dalla trivella facile, che si vantano di tradire la loro partner: vi si spacca la trivella prima o dopo.
Non è un augurio mio personale (...non solo almeno...), ma uno studio con tanto di statistiche,  prove, e radiografie di pomi d'ottone e manici di scopa a pezzi: l'uomo che tradisce ha più probabilità di fratturarsi il pene.
Ora, credo si tratti per forza di una legge superiore, di un contrappasso per rendere un pò di giustizia alle tradite, perchè non riesco a immaginarmi che differenza ci sia, come ricerca del petrolio, per capirci,  tra un trivellamento di falde  diverse e un trivellamento frequente della stessa falda. In questo ultimo caso, tutte insieme al mio 3...: "AD AVERCENE!!". Altro che principe azzuro. Sognamo un petroliere costante e fedele. Suona maledettamente bene.
Detto questo a cui, appunto, sembra aver pensato Madre Natura vorrei dirvi che a Hong Kong alle donne è consentito per legge uccidere il marito adultero. E pure l'amante.
Solo che il primo lo può uccidere solo a mani nude. Cosa che starà facendo sorridere i più, perchè, ad esempio nel mio caso, si penserà, con 'sti braccetti fini fini che vorrai mai fare. Posso dirvi, cari BigBamboo, che come strappano i bargigli i braccetti lo fa solo una vendemmiatrice meccanica.
Per lei invece ci si può sbizzarrire: è consentito tutto. Tiro con l'arco, ribaltarcisi sopra con una ruspa, banjee jumping in filo di scozia, ... basta usare la fantasia.
In Grecia, nell'antichità, il marito tradito era titolare del sacrosanto diritto (non riesco neanche a scrivere per quanto sto ridendo) di infilare degli oggetti nell'ano dell'amante della moglie.
Così. "Degli oggetti". Un tot non meglio definito di oggetti non meglio definiti. Quello che hai a portata di mano. Finchè ci sta ci sta. E' come con le buste della spesa: se hai metodo metti un sacco di roba.
Vorrei però delle delucidazioni, mi restano molteplici punti di domanda: in seguito la mercanzia doveva stare lì o  si toglieva? Cioè, bocca mia taci,... il culo di questi amanti fu il primo prototipo della borsa di Mary Poppins?! E poila roba era di proprietà del riponente, del detentore o di un eventuale terzo che col piglio del buon esploratore, ci poteva trovare lampade ad olio, stoviglie, cappelliere, canottiere di flanella? e ancora, rovesciadolo e scuotendolo, qualche moneta, il portachiavi di coccolino,?...
I Romani, secondo me sono stati molto più attenti alle varie sfaccettature del sentimento della gelosia. Altrimenti non si spiega l'optional in più rispetto ai greci.
Oltre ad infilare il tot indefinito di oggetti, infatti,  potevano violentare l'amante. Eh si. Magari il marito è geloso dell'amante, mica della moglie. E allora vai di rodeo.
I romani avevano un'altra pena ancora: all'adultero veniva amputata la narice. Ora spiegatemi cosa significa amputare una narice. Sfilettarla in senso verticale come il kebab? E poi? La metti a marinare tra gli agrumi? La getti al gatto?
Io non la trovo na roba comoda. E poi metti che mi passi l'incazzatura e non me ne freghi più niente di lui, lo faccio andare via senza naso come Voldemort? Perchè io il kebab non l'ho mai tagliato e non riuscirei a prenderne solo una di narice, ne sono sicura. So aprire i petti di pollo, ma il naso no.
Vuoi mettere reinterpretare la pena greca, quella dell'uomo-borsadiMaryPoppins? Sembrerebbe risultare anche utile: potresti infilarci la roba che non usi, con un buon aspirapolvere togliere l'aria in eccesso e renderlo un pratico sacco salvaspazio per i cambi di stagione.

giovedì 30 maggio 2013

Oggi son piena di voglie.
Voglia di ballare. Voglia, non so se più di, leggere o scrivere. Voglia di foto. Voglia di tatuaggio. Voglia di cancellare le cose brutte. Voglia di saint honorè e di cioccolatini rossi Lindt. Voglia di caffè americano . Di smalto colorato e una cavigliera coi campanellini. Voglia di correre incontro a qualcuno e buttargli le braccia al collo. Di guardarmi tutta una serie televisiva di filato. Voglia di stringere uno per uno i rotolini di Isotta. Voglia di mangiare qualcosa che non ho mai mangiato. Voglia di mandare a fare in culo quelli a cui non vado bene. Di partire su una moto e tornare su una barca. Voglia di ridere fino ai crampi e di tuffarmi di notte.
Se arrivasse la fine del mondo, oggi, non sarebbe la mia.