venerdì 9 agosto 2013

Si fa presto a dire "cacca".

Premessa: questo non é un articolo elegante. Ma non è colpa mia. É proprio l'argomento.
Non so esattamente cosa mi attragga a leggere certe notizie e a non esserne mai appagata. Peró succede anche questo.
Che la cacca faccia parlare. La popò, proprio. La pupù. Ognuno la chiama come vuole. Anche al plurale: le cacche. Massima libertà.
Partiamo dal fatto che già Piero Manzoni ne fece un'opera d'arte,  sigillando il suo prodotto interno lordo in scatolette di latta, tipo quelle del tonno e del mais dolce,  intitolandole (senza neanche troppa fantasia) "Merda d'artista".
Adesso ce n'è stato un altro (ed è da questa interessante notizia che parte la mia ricerca sulla cacca e le sue avventure...). C'è un artista, tale Paul McCarthy che fa delle merde giganti. Metri e metri.
Cioè, non proprio sue, fatte e raccolte. Lui le fa gonfiabili. L'ultima era alta sedici metri. Una cacca di sedici metri definita opera d'arte. É davvero il caso di dire che ne siamo dentro fino al collo.
Poi é successo questo fatto spiacevole, a Hong kong dove era esposta, che un acquazzone l'ha fatta esplodere e la cacca gonfibile è finita a pezzi, sparsi per la città. Grande perdita per l'arte.
Ed ecco che io mi faccio la domanda "ma ci si puó davvero interessare alla cacca?". Insomma, inutile dire che devo smetterla di fare queste domande perchè la risposta è sì.
Tipo. Uno ha tentato di trasformare la propria cacca in oro. Solo che qualcosa nella procedura di trasformazione è andato evidentemente male e ha preso fuoco il condominio. Un altro ha fatto una rapina lanciando la propria popó. Economico, efficace. Lavoro sporco, ma indolore.
Comunque, manco a dirlo, sono i cinesi tra i più prolifici in cagate del genere. Mai termine fu più appropriato.  Specializzati nella cacca del panda.
Cinese è quello che sta lavorando da qualche anno alla produzione di thè alla cacca di panda. Sembra questa sia ricchissima di fibre e roba buona... e qui secondo me si spiega anche il perché del rischio estinzione. Pandy, mi rivolgo a te: devi cacare fuori le robette che non servono al pancino. Sennó oltre a lasciarci il pelo tu, non fai neanche in tempo a sganciare il polpettone che già questi te lo fregano da sotto il culo per farci il thè. Con la tua popò hanno fatto anche dei gadget per le olimpiadi di Pechino del 2008: cornici, statuette, vasetti,... sterilizzati, per carità, ma sempre dal tuo retto è uscito il materiale.  E ci vogliono fare pure la carta, sempre per il discorso delle fibre, prendendo esempio dai thailandesi che la fanno già con quella degli elefanti.  Però i panda c'hanno più fibre e vincono a tavolino.
Ora, dico, ci sarà un sindacato della protezione del culo (e del suo contenuto) del panda? Fate una petizione, in fin dei conti è roba vostra. Cioè,io non ne son particolarmente gelosa del mio modesto prodotto interno lordo, però mi girerebbero parecchio se me lo fregassero con prepotenza. La cacca è mia e me la gestisco io.
Ma credete forse che i giapponesi siano da meno? Non mi soffermo sullo scienziato che ha creato la carne (non me lo sto inventando purtroppo) fatta con escrementi umani, perchè dovrei anche soffermarmi sul fatto che c'é uno che di professione fa lo scienziato per far studi e poi scoperte di merda (oh, mi dispiace,oggi va così!). Pensa la madre, il padre. Lo fai studiare tanti anni. Speri scopra il sistema per trasformare gli imbecilli in distributori di preservativi, per esempio. Giusto per scongiurare il rischio di un proseguio della specie. Invece ti mette sottovuoto bistecche di merda. Lo preferivano in galera probabilmente, o a spacciare crack.
Sempre in Giappone, hanno presentato la moto che va ad escrementi. Tu siedi sullo speciale sedile fatto a water, ti liberi, e la moto va. Allora.  Da che mondo è mondo, uno a fare il bisogno grosso, soprattutto se nel proprio bagno, ci va di un volentieri, di un relax, di una soddisfazione che al premere lo sciacquone vorrebbero suonassero le campane in piazza. Chi parte col giornale, chi col ricettario, chi guarda le foto degli amici su facebook (per gli stimoli visivi), chi legge le proprietà del detergente intimo, chi si fissa nello specchio per vedere quale sia esattamente il color "paonazzo", chi (un pó più stitico)  si aggancia alle caviglie per una spinta dolorosa ma efficace. In ogni caso è il momento più intimo di ognuno.
Ora non mi immagino di prender su la mia moto merdosa e andarmi a bere uno spritz. E se mi si ferma la moto? Se non mi scappa più? Cosa faccio? Invece di partire con la tanica per andare dal benzinaio, parto con le vaschette tupperware e gli chiedo se può farmi uno stronzetto? Cinque euro di diarrea? E magari se ha una purga per il viaggio di ritorno?  No no.
Già non avrei pensato di dedicare (fino a qui) 4585 caratteri e 785 parole a questo tema. Figuriamoci se avrei pensato anche di concluderlo con un senso di disapprovazione e di dubbio verso me stessa. Sì perchè il Paul McCarthy di cui è l'opera che mi ha fatto scrivere tutta sta roba, quando gli hanno chiesto perchè abbia scelto proprio la cacca come tema per le sue opere ha risposto che la gente tende a nascondere le cose sconvenienti, mentre lui ne fa arte.
Che è la stessa spiegazione che si trova nel primo post di questo mio blog quando spiego il perchè delle mutande. Mutande sotto il letto.
Ps: inutile dire che è stata una pessima esperienza anche andare su Google Immagini per cercare una foto da caricare su quest post...

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